Adolfo LIPPI
Quando la natura fa arte non vi è bisogno di intervento umano. Nel caso di Candalla dove il fiume Lombricese ha creato spettacoli di cascatelle, fiumarelle, spiaggette, piscine, l’uomo, nel caso l’amministrazione di Camaiore con Toscoclimb Store, si limita a organizzare visite rammentabili. Ci si fornisce di muta e corde e si scende con le corde lungo il corso d’acqua. Si incontrano fiabeschi luoghi amenissimi, talmente fiabeschi che qualcuno vi ha visto, qualcuno ha sentito, comunità di piccoli gnomi, in abiti di panno verdi e cappellini a pan di zucchero, comunità con orchestrina tambureggiante. E per chi ha fantasia a Candalla si può vivere un’atmosfera da Henry Potter, disneyiana, fantastica. Però c’è chi vi è venuto con registratori e apparecchiature da ripresa ma gli gnomi non si sono fatti vedere.
Tant’è, Candalla è comunque un’avventura tra le meraviglie della Versilia. Vi si fa il bagno, vi si scende in canoa. Da tentare. Il fiume Lombricese, che dà tono e storia a Candalla, sgorga dalle Apuane. Sulla testa si hanno due montagne leggendarie per gli alpinisti: il Prana (1221 metri) e il Gabberi (1108 metri). Da lì le acque discendono a valle e si aprono percorsi tra castagni, querce, oliveti coltivati. In antico i percorsi portavano in transumanza le greggi sul Matanna. Oltre i pastori vi erano, dal Neolitico all’età del bronzo, gruppi che lavoravano il tessile e con i colini in ceramica facevano gustosi formaggi. Noi, da ragazzi di famiglia sfollata per la guerra a Casoli o Lombrici, si scendeva a Candalla per prendere acqua freschissima e in estate ghiaccia e minerale. Lì ho visto passare la storia: prima incontravi soldati tedeschi, le famigerate SS, poi i liberatori brasiliani, australiani, americani della Buffalo. Sfollata tra tanti vi era l’attrice e scrittrice Franca Taylor con l’intera famiglia Gattai, i figli John e Gilberto. Poi in zona, negli anni ’60, si stabilì una colonia di artisti, dal poeta Raffaele Carrieri ai pittori Fausto Liberatore, Lorenzo D’Andrea, Murabito, Saporetti. Con loro si univano il critico Franco Russoli e il pittore Antonio Caldarera (che ancora abita a Camaiore).
Raffaele Carrieri, nato a Taranto, da giovanissimo raggiunse Fiume con D’Annunzio. Poeta e critico d’arte di caratura europea si fece costruire una villa a Lombrici e qui fece centro con amici intellettuali. Vi scrisse poesie incantate. Una dedicata a Barbara Grifoni che battezzò “neve” per via che sciava. Barbara è la moglie di Lorenzo D’Andrea che con Fausto Liberatore fece apprezzare la Versilia ad altri artisti amici di Carrieri, quali Cascella, De Chirico, Sironi, Gentilini, Capogrossi, Carmassi.
Lo scultore Murabito abitò invece a Casoli e tutt’ora vi è la sua casa museo. Ogni anno vi si fa un evento per affreschi di strada. Murabito fu frequentatore della ferriera Barsi ancora attivissima a Candalla e guidata dal benemerito cavalier Giuseppe Barsi ultimo discendente della dinastia che profittò delle scintillanti acque lombricesi per metter su (dal 1820 con la famiglia Cerù) la ferriera che iniziò a fabbricare zappe e utensili preziosi alla fiorente agricoltura camaiorese.
Camminando nei viottoli di Candalla si recuperano altre due vestigia di archeologia industriale: il mulino di Taccone (se ne hanno notizia fin dal 1513) oggi museo (funzionò come mulino fino a fine Novecento), e il pastificio Bertagna, proprietà di Luigi Bertagna, attivo dal 1854. Poi a Candalla vi era una cartiera. I resti degli opifici fanno la delizia degli esploratori, tanti, che si arrampicano fino a Casoli. Partendo da Vado dove aveva una casa frantoio Cesare Garboli, gli esploratori che fanno trekking attraverso un ponte di pietra incontrano a Candalla la prima pozza dove è già goloso bagnarsi. Poi, proseguendo verso Casoli, dopo i ruderi del vecchio mulino, ecco altre pozze rinfrescanti e tentatrici, con cascatelle e canyon in miniatura, tra mille giochi d’acqua.
Candalla è regina anche di vegetazione lussureggiante. Avanzando la scarpinata vi è da affrontare la paretona. Per chi riesce a scalarla alla fortuna dei bagni ristoratori si unisce la soddisfazione dell’alpinista. Insomma giornata indimenticabile con qualche brivido per sottrarsi alle calure estive. Si consiglia, ovvio, di seguire percorsi tracciati, altrimenti gli gnomi potrebbero giocare brutti scherzi.
Eppoi vi è il cibo. Carmassi cenava con i compagnoni da Emilio e Bona, storica trattoria di tradizione. Rinomata è l’Osteria Candalla che sta sul fiume e occupa l’edificio di un vecchio mulino. Le trote del Lombricese sono squisite ma, ahimé, sempre più rare. Nulla eguaglia però la vista dall’alto di Candalla e dintorni. Sensazionale fu l’idea realizzata da Daniele Barsi nel 1910 di far arrivare i turisti sul basso Matanna, dove la famiglia aveva costruito un albergo ristoro, con un pallone mongolfiera che scorreva su cavi di acciaio. Il pallone raggiungeva un’altezza di volo di 20 metri. Lo chiamavano “Rosetta” come la moglie di Daniele: sembra che vi salisse Alberto I re del Belgio con la famiglia. L’anno dopo una tempesta distrusse la struttura. Peccato. Ne parla Marco Pomella nella sua informatissima “Storia della Versilia”. E rimane uno struggente ricordo.