PIETRASANTA. Udienza preliminare per la vicenda tallio nell’acqua il 21 dicembre. Di fronte al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Pezzuti le richieste di rinvio a giudizio formulate dalla Procura di Lucca (sostituto Procuratore Lucia Rugani) per Ida Aragona (Azienda sanitaria) e Francesco Di Martino (azienda idrica Gaia), entrambi difesi dall’avvocato Enrico Marzaduri.
Ad Ida Aragona l’accusa contesta di aver «indebitamente rifiutato, in qualità di incaricato di un pubblico servizio, quale dirigente dell’Unità funzionale di sicurezza alimentare e sanità veterinaria della Asl 12, un atto del suo ufficio che per ragioni di igiene e sanità doveva essere compiuto senza ritardo». Per di più «avuta conoscenza da Arpat (dal 2009 al 2012) degli sviluppi del “Piano di caratterizzazione del Torrente Canale dei Mulini, detto Baccatoio, zona ex miniere Edem, in merito alla forte contaminazione da metalli pesanti delle diversi matrici ambientali-acque di superficiali, sedimenti del Rio Baccatoio».
L’Asl ha ricevuto da Arpat, nel maggio 2013, «la comunicazione della presenza del tallio nell’acquedotto di Pietrasanta», ma - è l’accusa ha «omesso, in violazione all’articolo 8 del Decreto legislativo 31/2001, di disporre l’esecuzione di accertamenti supplementari delle sostanze e dei microrganismi, pur avendo motivo di prospettare la presenza di quantità e concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana». Ometteva, inoltre, «di eseguire accertamenti in relazione al tallio nell’acqua potabile distribuita per il consumo dell’acquedotto pubblico di Pietrasanta».Per la stessa Aragona e per Francesco Di Martino (dirigente dell’area tecnica di Gaia, all’epoca dei fatti contestati) anche l’accusa secondo la quale «per colpa consistente in imprudenza, negligenza ed imperizia nonché violazione di legge, avvelenavano acque destinate all’alimentazione umana prima che fossero attinte o distribuite per il consumo». Peraltro «avendo avuta conoscenza, anche a seguito della ricerca eseguita dal Dipartimento Scienze della terra dell’università di Pisa nella zona delle ex miniere di pirite di Valdicastello del rilascio di elementi potenzialmente tossici come tallio, cadmio, antimonio, bario, arsenico nel bacino del torrente Baccatoio in conseguenza della presenza di acque contaminate che fuoriescono dalle gallerie minerarie in abbandono». Ed avendo avuto inoltre conoscenza «dal maggio 2013 che le acque della sorgente Molini di Sant’Anna risultavano contaminate dalla presenza di tallio in quantità superiore ai valori di riferimento, consentivano che le acque della sorgente alimentassero la rete idrica dell’acquedotto pubblico di Pietrasanta, con conseguente consumo di acqua potabile contenente tallio in concentrazioni superiori a quella prudenziale».
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