Per uno o due inquilini che non pagavano la bolletta ci hanno rimesso tutti. Anche le categorie più fragili: disabili, bambini, anziani. Il disagio s’è consumato in un palazzo alla periferia di Firenze, nel 2018: uno dei 44mila condomini con contatore unico serviti dal gestore idrico Publiacqua. Lì vivono 95 famiglie. Messe in ginocchio: il gestore della rete idrica aveva staccato l’acqua. «Da ieri mattina non c’è acqua nelle case di 95 famiglie con gravissimo disagio per tutti e soprattutto per i disabili, bambini e anziani». Si leggono testimonianze come queste fra i 12 reclami che attivano un procedimento di Antitrust contro Publiacqua, multata per 2 milioni per «pratica commerciale scorretta». È il dicembre 2018: dopo varie segnalazioni, l’Autorità di garanzia della Concorrenza e del mercato dispone i primi accertamenti ispettivi.
SENZ’ACQUA DA 6 GIORNI
Spunta, fra le 36 pagine del provvedimento di Antitrust, la mail di una giovane consumatrice inviata alla segreteria del sindaco di Firenze Dario Nardella e, successivamente, inoltrata a Publiacqua. L’oggetto recita: “Chi può aiutare questa ragazza”. È fiorentina, vive all’ultimo piano di un condominio con i rubinetti a singhiozzo. La sua “sfortuna”è di abitare proprio ai piani superiori, quindi più penalizzata perché Publiacqua ha già ridotto la fornitura idrica. «Scrivo per segnalare una situazione ai limiti della decenza: abito all’ultimo piano di un condominio e, a causa della morosità di un condomino che vive a piano terra, da venerdì sera Publiacqua ha ridotto la fornitura idrica al palazzo. Io all’ultimo piano non ho un goccio d’acqua da sei giorni, pur essendo in regola con i pagamenti e pur essendo residente».
contatore collettivo
La ragazza non è allacciata a un contatore singolo e non ha un contratto diretto con Publiacqua (che serve 45 Comuni di quattro province: Pistoia, Prato, Firenze, Arezzo), bensì per il tramite del suo condominio. L’amministratore, a sua volta, passa la gestione dei contatori alle ditte “letturiste” (una di queste è la Barbagli di Firenze, interessata da un accertamento dell’Antitrust) ed è attraverso i “letturisti” che gli utenti pagano la bolletta. Non tutti, evidentemente. E per un solo moroso, tutto il condominio può rimane senza acqua.
L’OCCUPANTE ABUSIVO
In un altro caso, tutti i condòmini si sono frugati via via in tasca, «per prevenire l’interruzione dell’acqua a tutto il condominio» per una morosità “parziale”. Il motivo? La presenza di un occupante abusivo che non pagava la propria quota. «Dopo i 150 euro pagati il 17 giugno 2016, altri 200 euro pagati il 6 settembre 2016, altri 200 euro pagati il 24 gennaio 2017, altri 150 euro pagati il 6 maggio 2017, altri 180 euro pagati il 26 gennaio 2018, altri 200 euro pagati il 24 aprile, si è pagata un’altra quota del debito dell’acqua occupato abusivamente al primo piano, per un totale di 2.089,50 euro». La lettera arriva alla posta elettronica di Publiacqua. L’impiegato ci pensa due volte prima di articolare una replica, anche questa acquisita in fase di ispezione: «Non so bene cosa rispondere. Il problema che il cittadino lamenta è che nessuno interviene per risolvergli la questione dell’occupazione abusiva da cui deriva il danno della bolletta da pagare».
DUE VOLTE IN TRE MESI
Acqua staccata in un palazzo dove vivono molti bambini e donne in stato di gravidanza. Lo scrive un consumatore che ha diffidato la spa: «È il secondo episodio in meno di tre mesi». Il gestore risponde al reclamo facendo notare che l’utenza condominiale, dal 2006, era stata oggetto di molti solleciti per morosità. Infine, rimanda all’amministratore del condominio per prevenire queste situazioni.
POSTA IN CASSETTA
La prassi è questa. O almeno, lo era fino a poco tempo fa: a fronte della salata sanzione dell’Antitrust e del ricorso annunciato al Tar del Lazio, Publiacqua (spa pubblico-privata) ha deciso di sospendere l’abbassamento di pressione e lo stop della fornitura. Il gestore ha sempre comunicato a tutti i condòmini lo stato di insolvenza (parziale) della fattura depositando un volantino nella loro cassetta postale, con la minaccia di interrompere la fornitura idrica a partire da una certa data. L’avviso richiama i condòmini a pagare l’intera morosità e li invita a non contattare il gestore «in quanto non in possesso dei dati individuali», bensì l’amministratore del condominio. Scaduti i termini dell’avviso di messa in mora, viene ridotto il flusso d’acqua e si avverte del pericolo di stacco. L’inadempimento si protrae per altri 60 giorni? Si passa alle maniere forti: scattano i sigilli al contatore.
Ma per l’Antitrust queste modalità di recupero dei crediti sono «aggressive» perché condizionerebbero indebitamente i condòmini solventi al pagamento di somme in realtà dovute da quelli morosi. Non sono casi isolati. Dall’istruttoria di Antitrust risulta che, nel fiorentino, l’80% dei palazzi è dotato di contatori divisionali e quindi potenzialmente soggetto a questa procedura. —