«I bambini piccoli sanno di preda». Si muovono «in modo inadeguato». Si esprimono con «vocalizzi acuti che richiamano i suoni delle prede selvatiche». E se i cani «non sono socializzati», se non sono avvezzi a convivere con i piccoli, il pericolo di aggressione è alto. Anche per il loro odore. Un misto di latte e di feci, che fa tanto selvatico. Enrico Loretti, veterinario di riferimento per la Regione, su questa analisi concorda con Angelo Gazzano, etologo dell’università di Pisa, unico ateneo in Italia con un corso di laurea (breve) e master per educatori e psichiatri di cani.
I BAMBINI PREDE FACILI. I bambini sono vittime frequenti nelle aggressioni (anche domestiche) dei cani per due motivi: quando sono piccoli perché sono prede facili; quando sono più grandi, fino alla prima adolescenza, perché - oltre a essere sempre più deboli (rispetto ai molossi) - non interpretano «correttamente i segnali di avvertimento degli animali», aggiunge Francesca Papi, educatore cinofilo al canile sanitario comunale “Soffio di vento” di Pisa. Ecco, quindi, spiegate le tre aggressioni in meno di un mese in Toscana: due a Massa Carrara (due bambini di 3 e 7 anni) e una nel pratese, una ragazzina di 13 anni. Oltre alla morte del bimbo sbranato dai cani di famiglia in Sicilia. Ma si spiegano così anche molte delle 2.500 aggressioni registrate in Toscana nel 2015. Un fenomeno - denuncia Loretti - che si potrebbe contenere «se i proprietari avessero le conoscenze per gestire gli animali che adottano. E se la smettessero di adottare i cani grossi. Gli animali di taglia grande possono creare problemi proprio per la loro taglia: un cane di 40 chili che ha 4 punti di appoggio per attaccare è sempre in vantaggio. Perciò cercare razze più gestibili sarebbe il primo passaggio per evitare guai». Fra l’altro - evidenzia il veterinario - è più importante prestare attenzione alla stazza che alla razza.
CANCELLATO L’ELENCO DELLE RAZZE PERICOLOSE. «Fino a pochi anni fa - precisa Loretti - c’era il tentativo di circoscrivere il pericolo a un determinato numero di razze. Veniva stilato ogni anno la lista delle razze pericolose nelle quali ne erano inserite perfino alcune che in Italia non esistevano. A parte questo paradosso, non esisteva alcuna dimostrazione della scientificità di questa affermazione». Non era possibile dire - rincara Gazzano - che tutti gli esemplari di una stessa razza fossero pericolosi. E, infatti, ricorda Loretti, oggi l’elenco delle razze pericolose «è stato abolito e hanno fatto bene. L’attenzione deve essere concentrata su altro».
MAI BIMBI SOLI COI CANI. Occorre puntare sull’educazione degli animali e dei padroni. I bambini non devono essere lasciati mai soli con i cani, dicono Loretti e Gazzano. «Il bambino che non cammina, soprattutto per un cane non educato- evidenzia Gazzano - può essere scambiato come non appartenente al genere umano. Per il cane, infatti, l’uomo cammina su due gambe e non vocalizza». Anche i bambini più grandicelli - prosegue Loretti - mantengono sempre «un’alta vulnerabilità per i cani, a causa della loro massa corporea limitata. Nella valutazione, istintiva, dell’aggressione, il cane calcola che la preda è più piccola e quindi nello scontro può uscire vincitore. E anche se la dentata non è molto stretta, il male che il cane può fare a un bambino è maggiore di quello che farebbe a un adulto».IGNORATI I SEGNALI DELL’ AGGRESSIONE. Per tutte queste ragioni è bene non lasciare mai i bambini soli con i cani. Ma anche perché non sono in grado di leggere i segnali che preannunciano una possibile aggressione, aggiunge Francesca Papi. «L’errore che spesso si commette è considerare il ringhio e poi il morso come segnale di aggressività. Invece quelli sono le manifestazioni finali. L’esplosione, direi. Ma il cane segnala il disagio in molti modi: comincia ad allontanarsi perché non vuole essere toccato o infastidito, gira la testa, sbadiglia di frequente, si lecca il naso. Attenzione anche alle “feste” eccessive: le manifestazioni di affetto con il cane che avvicina il muso alla faccia, prende vestiti e magliette, salta parecchio addosso è un segnale di stress. Il cane è sempre molto onesto nella comunicazione. Non aggredisce mai prima di avvertire. Siamo noi che non lo ascoltiamo».