È stata una donna libera, spiritosa, autoironica, affascinante, che seppe conquistare la propria libertà di esistere attraverso la scrittura, che per lei fu la capacità di essere sé stessa. Stiamo parlando di Virginia Woolf, una delle grandi figure della letteratura del XX° secolo, di cui si è appena festeggiato il 135esimo anniversario della nascita. Una delle più fini conoscitrici e interpreti della sua opera è Nadia Fusini, toscana di nascita, ha visto la luce ad Orbetello, e toscana nell’impegno professionale in quanto insegna Letterature comparate alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Alla Woolf ha dedicato due volumi pubblicati nella collana Meridiani della Mondadori, un lungo racconto che ne ricostruisce il mondo e la vita (Possiedo la mia anima. Il segreto di Virginia Woolf), la fondazione dell’Italian Virginia Woolf Society e, ora, anche la lettura in un audiolibro di uno dei capolavori :La signora Dalloway (Emons).
È sempre attuale questa scrittrice inglese tanto amata?
«Attualissima, me ne rendo conto in tutte le presentazioni e gli incontri che la riguardano. Ci sono sempre tantissime lettrici entusiaste che ascoltano con grande interesse. Virginia Woolf è una scrittrice che piace molto alle donne perché sa parlare loro, benché il suo sia un linguaggio universale , la sua è una ricerca femminile dell’indipendenza intellettuale , una battaglia per la libertà di essere sé stessi. Leggendola si scopre quanto fosse brillante, ironica, vitale, instancabile e quanto aspirasse alla propria libertà.
Un’icona femminista si è detto.
«Assolutamente sì, le donne sentono in lei una compagna in un percorso che non è affatto ideologico, ma concretamente un “io devo scegliermi la mia vita”, un “deciderò io se voglio amare un uomo o una donna”, “deciderò io se fare la moglie o la scrittrice”. Non per capriccio, ma perché la vita è un bene preziosissimo, e non la si può sprecare facendo cose che non ci piacciono».
Veniamo al libro che ha “letto ad alta voce”, La signora Dalloway.
«È un libro molto semplice, che si svolge in una sola giornata, in una mattina di giugno, in cui c’è questa signora dell’upper class londinese, Clarissa Dalloway, che alla sera farà una festa nella propria casa con personaggi molto in vista. Durante la cena arriva un medico che racconta che un paziente si è suicidato buttandosi dalla finestra. Questo fatto provoca un momento atroce in Clarissa, uno choc. Nella festa che è una sorta di tributo alla vita si insinua la tragedia. Anche se si tratta della tragedia di un altro, lei vi partecipa con grande profondità, perché secondo la Woolf la donna ha la capacità di una conoscenza empatica, di una grande vibrazione emotiva».
Com’è la scrittura della Woolf per la storia di Clarissa Dalloway?
«È un romanzo in cui la Woolf sperimenta, già non scrive più secondo una cronologia, alla Dickens, ma vuole raccontare secondo una modalità rivolta al ritmo: c’è un momento e poi ci sono dei buchi nel passato e anticipazioni del futuro. La scrittura è molto limpida, complessa, direi molto cinematografica: si muove da un personaggio all’altro come una macchina da presa. Le frasi molto arcuate, con una sintassi complessa, ma allo stesso modo anche molto semplici, molto trasparenti».
Com’è stata l’esperienza nello studio di registrazione per realizzare l’audiolibro?
«Molto interessante. Anche se nella mia vita ho letto e riletto tantissime volte il libro, anche se l’ho commentato , raccontato e tradotto per restituirne l’intensità in un’altra lingua, la lettura finora era stata, per così dire, nella mia mente. Averlo letto ad alta voce è stato importante e illuminante perché ho avvertito quanto nella scrittura della Woolf sia importante la voce: il movimento della parola, il giro della frase che si allunga e la voce deve seguirla girando fino ad arrivare alla fine. Ho potuto restituire al testo la cadenza e il ritmo della lingua, facendomi cogliere degli aspetti che non avevo notato prima».
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