PRATO. In principio erano le classi in quarantena, poi vennero quelle in sorveglianza con i tamponi (primaria) e in autosorveglianza con mascherine Ffp2 (medie e superiori). Salti mortali per salvare la didattica in presenza. Ma le nuove procedure di gestione dei positivi in classe, così differenziate per ogni ordine di scuola, rischiano di mandare in tilt gli uffici di presidenza e segreterie che ormai non fanno altro che caricare i dati di alunni positivi sul sistema e rispondere alle telefonate di famiglie nel limbo. E l’ufficio igiene dell’Asl? Non pervenuto, secondo quanto riferiscono molti presidi della rete Rispo (il coordinamento degli istituti) che nella giornata di mercoledì 19 gennaio avranno un confronto a distanza con l’Ufficio scolastico e il Dipartimento prevenzione dell’Asl.
Intanto le assenze aumentano, di giorno in giorno. Colpisce il dato del Buzzi che al momento - stando ai dati di martedì 18 gennaio - ha dieci classi in quarantena, ovvero con almeno tre positivi in classe: è la coda dei contagi post vacanze, maturati in ambito extrascolastico. «Alla ripresa l’impatto è stato forte – racconta il preside Alessandro Marinelli – Il 23 dicembre avevo solamente due studenti positivi, ora ho il 10 per cento del totale». Che è di 2.200 alunni. Alza la voce Mario Di Carlo che al liceo Cicognini-Rodari ha 180 positivi. «Alla fine ci daranno una laurea in medicina visto che siamo noi l’interfaccia delle famiglie per i temi sanitari. Chiediamo di riattivare la comunicazione con l’Asl». Al Gramsci-Keynes si contano 130 contagiati su 1.600 studenti.
Mediamente, nei 19 comprensivi si viaggia su una media di 15-18 studenti positivi: sommando i dati di comprensivi e superiori, si può stimare la presenza di quasi 1.500 contagiati. Poi c’è il girone del “T0” e “T5” (il test ripetuto a distanza di giorni nelle farmacie o nei drive through), in cui finiscono i bambini della primaria. La “sorveglianza con testing” salva la scuola in presenza a patto che i positivi al banco non siano due: in questo caso, non si scappa dalla didattica a distanza.
Alle Guasti tre classi si trovano in regime di sorveglianza con testing, quattro alle Gandhi, sette al Mascagni. «Dopo la segnalazione del primo positivo, ci troviamo spesso a intervenire nuovamente nella stessa classe in sorveglianza», spiega la preside del Mascagni Emanuela Lucirino. Il guaio è che talvolta con il sistema automatizzato dell'Asl non arriva sempre ai genitori il voucher per il tampone gratuito. È successo martedì in una seconda delle Guasti ed è già successo anche alle Gandhi dove addirittura metà classe non aveva ricevuto il voucher. «Deve essere chiaro alle famiglie che quest’ultimo non arriva dalla scuola – ricorda il preside Mario Battiato – Dobbiamo rendere conto di provvedimenti sanitari fuori dalle nostre competenze».