PRATO. «Applichiamo un regolare contratto di lavoro nazionale e con i sindacati abbiamo concordato una contrattazione di secondo livello con miglioramenti salariali. Siamo disposti a discutere anche le rivendicazioni individuali e accettiamo ogni confronto in tutte le sedi. Ma non accettiamo forme di protesta estorsive che una minoranza vorrebbe imporre alla maggioranza dei lavoratori. E diffidiamo da dipingere questa azienda come un luogo dove non si rispetta la legge». Il Panificio Toscano, da oltre un anno impegnato in un duro braccio di ferro col sindacato Si Cobas, ha messo ieri nero su bianco questi quattro punti e ha inviato una lettera ai gruppi consiliari presenti in Regione, agli assessori e ai partiti politici.
Nella nota non c’è scritto, ma il timore vero è che le proteste annunciate dal sindacato Si Cobas per domani, 20 luglio, davanti ai supermercati dell’Unicoop Firenze, che è il principale se non l’unico cliente dell’azienda di via Onorio Vannucchi, possano indurre la cooperativa ha sospendere o revocare il contratto di fornitura del pane, com’è già accaduto l’anno scorso. La scorsa notte davanti al Panificio, dove i 28 operai pachistani in sciopero (su 140 dipendenti totali) hanno piazzato le loro tende, c’è stato un altro presidio con blocco parziale dell’uscita dei furgoni. La polizia era presente ma non sono volate manganellate.
Nella sua lunga nota il Panificio ricorda che nel settembre dell’anno scorso l’azienda ha assunto 110 lavoratori, prima inquadrati nella cooperativa Giano: «Rivendichiamo questa scelta e ribadiamo con forza che l’illegalità non fa parte di questa azienda». «Il contratto che applichiamo è un contratto nazionale - si legge ancora nella nota - i lavoratori in azienda sono regolarmente assunti e ogni mensilità viene retribuita. Ferie, permessi, rol, tredicesima, quattordicesima, malattie, tutto compare in busta paga. Applichiamo un contratto nazionale di lavoro ufficiale che può essere messo in discussione (il Si Cobas vorrebbe l’applicazione del contratto industriale anziché di quello artigianale), e per questo esiste un tavolo nazionale a cui la soluzione è demandata, così come possono essere contestati i livelli di inquadramento, ma questi temi trovano soluzione o con l’accordo delle parti Sindacali Nazionali o con l’apertura di un contenzioso individuale, ma non si può parlare di illegalità, insinuando che il Panificio Toscano possa ricorrere al lavoro nero o a mancata erogazione di retribuzione e contributi».