PONTEDERA. La palestra sarà chiusa al pubblico come previsto dal Dpcm di ieri. Ma i titolari di Infit, Massimo e Marco Bartaloni, non abbandoneranno i clienti e il lavoro. «Noi per protesta saremo in palestra 24 ore su 24. Dormiremo all’interno. Chi ci comanda ci ha abbandonati, saremo presenti tutti i giorni per ogni chiarimento. Ma soprattutto aspettiamo il vostro sostegno», spiegano anche in un post che hanno pubblicato sui social network.
Un appello che arriva dai proprietari di palestre, istruttori, collaboratori. Ma anche tanti clienti che frequentano le strutture sportive sperano che il governo riveda la sua decisione.
I costi sostenuti dagli imprenditori del settore per riaprire dopo il lockdown, tra spazi contingentati e ridotti di almeno il 35% di presenze (fino al 50% per i bambini), la sanificazione costante e il personale aggiunto sono stati notevoli. E nel frattempo si sono trovati a sostenere incassi ridotti. Il settore del fitness e delle palestre è in ginocchio e vuole fare sentire la sua voce. «A settembre abbiamo investito molto per migliorare la nostra palestra dopo che erano andati via gli sport da combattimento – spiega Massimo Bartaloni – gli auti non sono mai arrivati. Abbiamo circa 15 collaboratori e anche per loro non c’è alcuna tutela. Le palestre, lo abbiamo visto, rispettano i protocolli, si può fare sport in sicurezza. Eppure ci impongono una nuova chiusura che a nostro avviso non ha alcuna ragione di esistere».
Oggi i fratelli Bartaloni monteranno una tenda all’interno della palestra e da quel momento il loro centro resterà presidiato. «Tra l’altro ci avevano dato una settimana di tempo per adeguarci a prescrizioni che tutti insieme ai nostri clienti rispettavamo già da maggio. È assurdo. Non ci dai una settimana di tempo, mandi i Nas a controllare, ci dicono che è tutto ok, che le palestre sono sicure e poi arriva la chiusura. È una cosa davvero ridicola», conclude Massimo Bartaloni. Anche altri settori, compreso il mondo delle partite Iva, stanno organizzando flash mob e proteste per chiedere di poter continuare a lavorare rispettando le misure anti-Covid.