PECCIOLI. Si può capire cosa ci sta succedendo e cosa potrebbe succederci in futuro anche attraverso l’arte e lo scambio dei linguaggi. Per fortuna il lockdown da pandemia è finito e si può tornare, osservando ovviamente le regole tuttora in vigore (come ad esempio il distanziamento sociale e l’uso rigoroso della mascherina), ad incontrare gli altri. E soprattutto a confrontarsi con gli altri, cercando di capire cos’hanno da offrirci e da dirci. Per poi rifletterci su e fabbricarsi un’opinione.
In quest’ottica Peccioli è una bella realtà. Da tempo, ormai, il comune dell’Alta Valdera si è sapientemente ritagliato uno spazio da libero, arguto e approfondito pensatoio. E la gente sta mostrando sempre più di gradire gli sforzi compiuti in questa direzione dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Renzo Macelloni e dalla Fondazione Peccioliper. Ne è una dimostrazione la mostra di Zerocalcare, all’anagrafe Michele Rech, che nei primi giorni di apertura sta riscuotendo uno straordinario successo di visitatori. Che sta ben ripagando la scelta, che poteva inizialmente sembrare azzardata, del notissimo fumettista italiano di “snobbare” per una volta i grandi centri dell’arte pensante, come ad esempio Roma o Milano, e di scegliere il paesino delle colline pisane (per lui un ritorno in Toscana visto che è originario di Cortona) per rilanciare il suo messaggio attraverso la lucidità, la lungimiranza e la verve polemica della sua matita.
Si intitola “Senza santi, senza eroi” la nuova mostra di Zerocalcare allestita a Peccioli. Tra le opere e i disegni scelti ce ne sono anche di nuovi realizzati appositamente per questa occasione. Per la maggior parte raccontano, come nella tradizione del 36enne del quartiere romano di Rebibbia, storie di esclusione ed emarginazione, di persone che non sono come avrebbero sperato di essere. Che fine hanno fatto, quindi, gli eroi e i santi? Nessuna illusione, secondo Zerocalcare, perché gli eroi e i santi in realtà non esistono; ci sono solo coloro che tirano avanti tra mille difficoltà, ora più di prima dopo il virus sociale, cercando di trovare soluzioni collettive per uscire dal disagio.
I nove ritratti su tela e foglia oro, esposti nella prima sala e lungo il vano scale del Palazzo Pretorio pecciolese, costituiscono il primo nucleo espositivo e rappresentano i tipici personaggi del repertorio di Rech, alcuni famosi, altri meno noti: dal T-rex a Lady Cocca del Robin Hood, dal mitico cantante dei Nirvana, Kurt Kobain, a Gaetano Bresci, l’anarchico italiano, fino a Nasrin, la difensora coraggiosa dei diritti umani, e al “Secco”, storico amico dell’autore. Il racconto per immagini ripercorre alcune delle icone centrali della nostra contemporaneità e dichiara in maniera scanzonata che i santi e gli eroi di oggi non sono solo quelli che sacrificano la propria vita con gesta memorabili ma sono - anche e soprattutto - quelli che combattono quotidianamente per avere un posto nel mondo.
La seconda parte della mostra si sviluppa invece dall’idea che non si può restare fermi a guardare «mentre il futuro ci viene derubato da scelte che non tutelano il bene comune». Ci sono illustrazioni legate ai diversi movimenti di opposizione sociale degli ultimi anni e anche numerose storie di cronaca internazionale e italiana.
Perché è sempre bene ricordare da dove veniamo per poi tracciare meglio la strada per il futuro. —