PISTOIA. I volantini hanno un titolo esplicito: “Proposte di riconquista nelle scuole”. Li stanno distribuendo in questi giorni nelle scuole superiori, a Pistoia come nel resto d’Italia, i sostenitori di “Azione studentesca”, organizzazione giovanile di “destra identitaria”. Nei giorni scorsi sono stati distribuiti, tra l’altro, davanti all’istituto tecnico Fedi-Fermi, davanti al tecnico Pacini e al liceo scientifico. Le proposte avanzate sono 9; e tra un ampliamento dell’offerta formativa dell’educazione fisica e l’invito a festeggiare il 4 novembre come giorno della vittoria, c’è anche un punto, il nono, intitolato “Lotta alle classi etniche”; dove si propone di fissare al 10 per cento massimo il numero di studenti per classe “privi di cittadinanza italiana”.
Una proposta che ha sollevato la reazione di 13 studenti di diverse scuole (Fedi Fermi, liceo Forteguerri, liceo scientifico, liceo artistico Petrocchi), tutti neoeletti negli organi collegiali delle rispettive scuole, rinnovati alla fine dello scorso ottobre. Per loro il volantino di Azione studentesca riporta «proposte inaccettabili». «Gli studenti senza cittadinanza nel nostro Paese –si legge – sono tantissimi, a causa delle leggi vigenti, che non riconoscono come "italiano" un ragazzo nato in Italia, da genitori stranieri. Molti di questi studenti hanno fatto percorsi di studio identici ai compagni con cittadinanza: la cultura potenzialmente acquisita quindi, è la stessa (se proprio la vogliono mettere così). Quindi perché porre un limite alla loro presenza nelle classi? Si pensa che possano in qualche modo contaminare o andare ad intaccare la classe? Se così fosse noi non ci stiamo. Non ci stiamo a pensare che possano esserci ragazzi considerati migliori o peggiori in base alle loro radici».
I firmatari del documento sono Elia Orsi, Alessio Dolfi, Congle Ye , Alice Falcone, Lavinia Ferrari, Manfredi Amato, Alessandro Formigli, Tommaso Corsini, Samuel Sensi, Damiano Benini, Anita Michelozzi, Guido Tosi e Sara Governi.
«La scuola dovrebbe essere un posto in cui l'integrazione nasce e si sviluppa - dice Alessio Dolfi, rappresentante del liceo Forteguerri – non un posto in cui muore».
«Questo non è solo un affronto a tutti gli studenti ma anche un affronto alla Costituzione italiana stessa - gli fa eco Elia Orsi, grande elettore al Parlamento regionale degli studenti – infatti, nell'articolo 3 dei principi fondamentali è affermato con chiarezza come lo Stato si impegni ad eliminare gli ostacoli che di fatto limitano l'eguaglianza sostanziale ed impedisce agli individui di sviluppare pienamente la loro personalità sul piano economico, sociale e culturale».
«Quella di cui stiamo parlando è una proposta passata e triste: chiede implicitamente il controllo della società tramite la separazione - rimarca Lavinia Ferrari, rappresentante di istituto del liceo artistico Petrocchi - È una proposta che legge la realtà tramite una lente non democratica, che chiede di essere attuata (assurdamente) all’interno della scuola, luogo di confronto quotidiano».
«È molto triste il fatto che questo avvenga proprio nelle scuole - aggiunge Sara Governi, rappresentante d'istituto del liceo Forteguerri - è qui che ci vengono insegnate la convivenza e il rispetto del diverso. La diversità etnica è un patrimonio e va tutelato, non combattuto. Non si possono tollerare richieste del genere, tanto più all’interno delle scuole».