Pistoia. «Nessuna risposta dalle istituzioni, per questo motivo ci appelliamo alle autorità terze». Sulle mancate risposte da parte dell’Asl Toscana Centro in merito alla richiesta di accesso agli atti per i lavori svolti negli anni scorsi all’interno dell’area dell’ex ospedale del Ceppo, l’associazione politico-culturale Palomar non si arrende. E, passati i trenta giorni previsti dalla legge senza ricevere alcuna comunicazione, ha depositato un ricorso al Tar proprio nei confronti dell’Azienda ospedaliera, “rea” di non aver risposto all’istanza dell’associazione, presieduta dall’ex vicesindaco Daniela Belliti.. A sottolineare il mancato riscontro di risposte da parte dell’Asl è la stessa associazione pistoiese che, nella serata di martedì 16 luglio, al circolo Arci di Candeglia, ha promosso un’assemblea pubblica per discutere del futuro dell’area del Ceppo e del complesso delle Ville Sbertoli, entrambe di proprietà dell’Asl.
Allo stesso modo, l’associazione è ancora in attesa di una risposta alla petizione rivolta al sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi (la precedente era stata presentata al consiglio comunale che l’ha respinta) in cui si sottolinea come il nuovo accordo di programma del 2019 (firmato tra Asl e Comune) «rischi di far disperdere il grande patrimonio rappresentato dai due complessi, rinunciando ai progetti di rigenerazione urbana contenuti nei precedenti accordi di programma» sottolinea Belliti, sottoscritti dall’allora giunta Bertinelli.
Il primo del 2015, a cui seguì l’elaborazione di un piano particolareggiato, e il secondo del 2017, divenuto parte integrante del dossier di Pistoia Capitale italiana della cultura e che prevedeva, tra le altre cose, la realizzazione di un giardino pensile a copertura del parcheggio e la Casa della Salute, a cura dell’Asl, per ospitare le funzioni socio-assistenziali all’interno del padiglione “nuove degenze” che si affaccia su viale Matteotti.
«Progetti che con il nuovo accordo di programma – accusa Belliti – sono scomparsi, nonostante in precedenza l’Asl avesse già espletato alcune gare».
Da una parte, quindi – rimarca Palomar – le accuse al Comune di Pistoia sono rivolte all’aver «abdicato» alle richieste dell’Asl, rinunciando anche ai 6,3 milioni di risorse europee stanziate per i progetti di riqualificazione precedentemente previsti, e dall’altra alla stessa azienda ospedaliera che, secondo Belliti «è soltanto intenzionata a fare cassa attraverso la svendita a lotti delle Ville Sbertoli e la demolizione dell’attuale padiglione “nuove degenze” del Ceppo, dove ricavare magari delle palazzine, a discapito dei progetti di rigenerazione urbana e uso pubblico». —
Valentina Vettori