montale. Due immagini di “Soldati a cavallo” di Giovanni Fattori, una “Donna seduta” del 1916 di Amedeo Modigliani e una “Colomba” di Pablo Picasso introducono alla mostra “Novecento”, alla villa Smilea di Montale, organizzata dal Comune e dall’associazione “L’albero dell’arte”.
L’esposizione è in corso fino al 27 gennaio, con orario 16 –19 il sabato e nei giorni festivi. Merito dell’iniziativa è di Carlo Pepi, il noto collezionista di Crespina di Pisa, prestatore di tutte le opere. In evidenza anche un “puro disegno” di Giorgio Morandi, una “Stella” con tagli di Lucio Fontana ed un paio di litografie di Juan Mirò. Questi e molti altri maestri, con tutto il bagaglio a seguito di scuole e movimenti, compongono una sorta di zibaldone ordinando il quale si potrebbe ricomporre una breve storia della pittura del secolo scorso. Non a caso, lo stesso Pepi ne premette in catalogo lo scopo didattico, senza contare che, essendo egli l’antifalsario per eccellenza, garantisce lui l’autenticità dell’intero còrpus dato in visione. E poco importa che per molte opere si tratti di grafica, vista la sua difesa: «I disegni sono quasi sempre fatti senza intenzioni venali, con una freschezza irripetibile e naturale spontaneità di tratto».
I quadri dunque sono stati scelti col solo criterio della qualità e ordinati in un armonico rapporto spaziale di forme e colori che alla fine esalta l’estetica; oppure evidenzia i temi come figure a sfondo. Succede così per Picasso di cui vediamo, oltre alla “Colomba” , pennarello e matita su base litografica, un’acquaforte in serie erotica, o per Kandinskij in una xilografia policroma del 1911. Si accorda invece con i due risorgimentali “Soldati a cavallo” , che sono acquarelli, la tempera “Il superamento del vero”, altra immagine di un prezioso tris fattoriano. A sua volta, la “Donna seduta” di Modigliani, magnifica e semplice matita, ostenta la sua verginea purezza di segno al pari di una gotica “Annunciazione” cui fa da contraltare il “Ritratto di Aristide Sommati” , altra matita del Livornese. E poi il fiabesco-infantile Mirò con i suoi esseri strani in una lito a colori, mentre un’altra in bianconero libera una “Composizione astratta” . Per estrema raffinatezza gli è vicino Morandi con la “Natura morta” del ’52, matita su carta, ed anche Fontana, sempre alla ricerca della profondità, in questo caso con una “Stella” , con due “irriverenti” tagli, del ’51. Né manca un surrealistico Dalì, né l’arte spaziale di Alberto Burri e neppure Sironi. Per chiudere con l’inossidabile ed ormai metafisica “Marylin Monroe” di Andy Warhol. Si applaude quindi il concretismo di Nigro che, da pistoiese di pregio (ci sono pure Alfredo Fabbri e Salvatore Magazzini) fa gli onori di casa con Marino Marini, straordinario anche in pittura, alle prese con gli inquieti cavalli e cavalieri in equilibrio instabile. In appendice due scoperte dell’ “occhio di Pepi” : Renato Lacquaniti e Bruno Secchi, entrambi livornesi. Difficile che Pepi si sbagli: ne sentiremo parlare. –
Paolo Gestri