PISA. Il 1° novembre i casi di Covid-19 in provincia di Pisa erano 5.926 dall’inizio della pandemia. Il 30 novembre i contagi sono saliti a 14.263. Una crescita che sfiora il 250%. Una percentuale che già di per sé dà il senso di quanto il coronavirus stia picchiando duro sul territorio pisano. Per togliere ogni dubbio su quanto pesante sia l’attacco del virus è sufficiente fare un paragone: quello con il territorio simbolo dell’emergenza nella prima ondata, vale a dire Bergamo. Nei 30 giorni che vanno dall’8 marzo (ossia 20 giorni dopo la tristemente famosa partita di Champions League tra Atalanta e Valencia) al 6 aprile, i nuovi contagi nella bergamasca furono 9.054. Solo 430 in più di quelli registrati a novembre in provincia di Pisa.
I numeri descrivono più di qualsiasi parola quanto sia grave l’emergenza sanitaria in corso. La crescita dei casi è stata registrata soprattutto nella prima parte di novembre. Dai 287 nuovi contagi del primo giorno del mese si è passati ai 503 del 5 e ai 640 dell’11. Le cifre si sono poi stabilizzate intorno ai 300 casi nei successivi 10 giorni, per poi continuare a calare. Una tendenza che indica come le misure di contenimento del virus stiano facendo il loro effetto. Il 30 novembre si sono registrati 129 nuovi casi, meno della metà di quelli segnalati nel primo giorno del mese.
La provincia sotto attacco
Il miglioramento a fine mese è confermato anche dall’incidenza dei contagi nei singoli comuni. I nuovi casi ogni mille abitanti erano in media 11 nei primi 15 giorni di novembre. Nella seconda metà del mese il rapporto è sceso a 7. L’incidenza conferma anche un altro dato già emerso in passato. Il Covid ha colpito più la provincia che la città. Pisa è in testa solo in termini assoluti: 1.398 casi nei 30 giorni del mese scorso. Tuttavia l’incidenza si ferma a 15 casi ogni mille abitanti. La metà rispetto ai 30 di Montopoli e Lajatico, peraltro superate da Palaia (31), Buti (34) e Bientina (35).
Il sistema sanitario resiste
Se novembre è stato terribile per i nuovi contagi, è stato un mese nero anche per quel che riguarda i morti: ben 156 in trenta giorni, vale a dire più del doppio rispetto ai 122 registrati dall’inizio dell’emergenza al 1° novembre. Numeri terribili che però danno anche la misura di quanto il nostro sistema sanitario sia stato capace di resistere. Ne è una prova ancora una volta il confronto con Bergamo e provincia, dove nel primo mese della pandemia i morti per Covid-19 furono 2.480. Insomma, anche i nostri ospedali sono andati in affanno ma hanno saputo rispondere meglio di altri all’attacco e hanno salvato tante vite umane. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA