PISA. L’autore materiale della rapina ha preso tre anni e mezzo ed è ancora in carcere. Quello che faceva da palo, libero da tempo, ha avuto 2 anni e 4 mesi. Sono stati giudicati davanti al gup Pietro Murano con rito abbreviato il 38enne Wissem Azizi e Achraf Ben Mesai, 29 anni, entrambi tunisini. Azizi era difeso dall’avvocato Ottavio Bonaccorsi, Mesai dal legale Enrico Roccasalvo.
A carico di Azizi ci sono altri episodi, sempre riferiti ad assalti in strada. La storia per cui i due nordafricani sono stati condannati risale all’ottobre 2018. Una rapina aggravata dall’uso dell’arma e dal fatto di essere in due.
La vittima dell’aggressione fu un tredicenne che, all’uscita dalla scuola intorno alle 13, in via Giuliano da Sangallo, venne avvicinato con una scusa. Gli chiesero l’ora per poi mostrargli il coltello e rapinarlo del cellulare, mentre Mesai controllava che intorno non ci fossero testimoni. I due rapinatori, fra l’altro, fuggendo avevano perso il telefonino appena preso al ragazzino. Pochi giorni dopo vennero arrestati all’Esselunga di Pisanova dove un vigilantes li aveva riconosciuti come autori di un furto avvenuto in passato. Per quel motivo aveva chiamato la polizia. Gli agenti, incrociando le segnalazioni, e mettendo insieme le immagini delle telecamere in zona, li arrestarono sequestrando anche cinque cellulari.
Un provvedimento convalidato dal gip e che nel frattempo è diventato un processo e da ieri una condanna. a accompagnato i due in carcere con l’accusa di tentata rapina.
Nella zona del giardino Scotto e di piazza Guerrazzi sono state diverse le rapine con modalità simili. Adolescenti che vengono avvicinati da nordafricani con un pretesto banale, dalla sigaretta da accendere alla richiesta dell’ora. E poi svelano la vera intenzione mostrando un coltello. —
Pietro Barghigiani