PISA. «Il problema del degrado post-movida non può essere risolto con cassonetti o bagni chimici. Dobbiamo pensare anche al decoro della città».
L'assessore alle politiche giovanili, Andrea Ferrante, vuole dare un colpo di spugna sulla questione e non ha intenzione di sotterrare l'ascia. La sintesi del suo pensiero è la lotta alla maleducazione: «Non possiamo trasformare la nostra città in un porcile per l'inciviltà di alcuni, abbiamo una storia millenaria da salvaguardare».
Bidoni dei rifiuti e bagni chimici non sono una soluzione?
«Non credo che queste misure siano da considerarsi un servizio alla città. Vi immaginate un cesto dell'immondizia sulle scale della chiesa dei Cavalieri? Un abominio. La città si dovrebbe ribellare, non giustificare. La colpa è dei maleducati. Quando sono venuto a Pisa a studiare, ho vissuto la città ma non mi sono mai comportato così, e non mi considero un fanatico dell'autoritarismo. Suonare il tamburo alle tre di notte è solo un grave atto di inciviltà e prepotenza»Cosa si può fare per le bottiglie? Considerandone anche solo una a testa si parla di un grande numero e ci sono pochi cestini. E per i bisogni fisiologici?
«Capisco che con il tempo bello si voglia stare all'aria aperta, ma se ti bevi una bottiglia e non sai dove buttarla, te la riporti a casa. Lasciarla sulle scale di una chiesa o, peggio, spaccarla in terra è solo conformismo al degrado. Se ti scappa e non c'è un bar aperto, non la fai in un angolo ma sali un piano di scale e la fai a casa tua. Non dobbiamo coprire le malefatte di questi estremisti della maleducazione».
Ha qualche idea per arginare questo fenomeno?
«Più controlli, in accordo con i soggetti preposti alla sicurezza e al decoro. Si devono prevedere delle sanzioni, anche culturali. La ribellione dell'uomo civile la chiamerei. In altri paesi non è concepibile che uno possa mettersi a un muro a fare la pipì: chi ti passa accanto non te lo permette, anche solo con uno sguardo di disapprovazione. Io stesso ho litigato con un signore che faceva pipì sotto casa mia. Non si può pensare di fermarsi ad ogni angolo a ogni stimolino».
Il Comune ha adottato delle misure?
«L'amministrazione pubblica ha un ruolo solo in piccola parte rispetto al problema. La nostra città è piena di giovani, studenti e non, e hanno il pieno diritto di uscire e divertirsi, sempre nel rispetto degli altri. Una reale soluzione potrebbe essere fare politiche che portino ad un intrattenimento decentrato, fuori dalle solite quattro piazze. Purtroppo non possiamo organizzare direttamente delle manifestazioni per mancanza di fondi ma possiamo incoraggiare le iniziative che portano un divertimento consapevole e responsabile».
Cesare Bonifazi
©RIPRODUZIONE RISERVATA