PIOMBINO. Le segreterie di Fim, Fiom e Uilm e le rsu di Jsw e Piombino Logistics hanno incontrato a Livorno il prefetto Gianfranco Tomao per esporgli la situazione di Jsw, chiedendogli al termine «di appoggiare e sostenere la nostra richiesta di un urgente incontro di verifica al Mise», in considerazione del «ritardo di oltre due mesi di una convocazione ministeriale già definita, per una richiesta di convocazione da parte delle segreterie metalmeccaniche nazionali cadute nel vuoto, per gli evidenti ritardi aziendali sul programma».. In un momento in cui la politica italiana è concentrata sul caso dell’Ilva di Taranto, il sindacato è preoccupato per la totale assenza di segnali del Governo rispetto ai temi del rilancio industriale di Piombino.
«Nei quasi 18 mesi trascorsi dal subentro formale di Jsw – hanno ricordato i sindacati – abbiamo tenuto alcuni incontri al Mise per fare il punto sui reciproci impegni del ministero e dell’azienda, così come per prorogare le necessarie coperture di ammortizzatori sociali, uno dei presupposti su cui si poggia il progetto. Dagli incontri è emerso chiaramente che il punto cardine della fattibilità del progetto di realizzazione dell’area a caldo caratterizzata dalla realizzazione di più forni elettrici, è la definizione del costo dell’energia».
Il sindacato ha evidenziato a Tomao che «il piano industriale che tutti attendono per la nuova acciaieria è infatti legato strettamente a un atto formale del Governo sulla conferma o meno degli impegni presi dal ministero sul costo dell’energia direttamente nell’Accordo di programma».
Ma un altro punto determinante per il rispetto dell’Accordo di programma, secondo il sindacato, «riguarda l’utilizzo della discarica adiacente allo stabilimento per lo smaltimento della parte non riutilizzabile delle scorie prodotte dai forni elettrici e dai treni di laminazione. Facile prevedere che un aggravio imprevisto dei costi di smaltimento di quegli scarti potrebbe mettere a rischio la fattibilità del progetto. Discorso più complesso riguarda la logistica e le aree portuali che saranno altrettanto determinanti nelle fasi successive della realizzazione del Piano industriale Jsw».
Fim, Fiom e Uilm hanno pure spiegato che «nei vari incontri ministeriali abbiamo più volte evidenziato i ritardi che pure sul versante aziendale si sono registrati quali gli investimenti sui treni di laminazione e gli smantellamenti e demolizioni, tutte attività previste nel corso del 2019 dalle linee guida del business plan presentato da Jsw al Mise e allegati all’Accordo di programma. Tuttavia è la questione del costo dell’energia alla base della ripresa produttiva degli stabilimenti piombinesi, oggi in attività solo per la parte della laminazione con risultati economici di stabilimento non soddisfacenti, evidenziati dai vari Ebitda che ci riferiscono negativi».
«Ulteriori rinvii della definizione certa di questo vitale elemento – è la conclusione dei sindacati – avrà il solo effetto di ritardare o ancor peggio di determinare la definitiva rinuncia dell’imprenditore a presentare il piano industriale con gli investimenti». —