PORTOFERRAIO. La beccaccia di mare a San Giovanni. E poi i Cavalieri d’Italia a Mola. Per finire con gli aironi a Schiopparello, gru e fenicotteri a San Giovanni. Sono alcune delle specie di uccelli migratori che a primavera (d’autunno ricoprono lo stesso tragitto da nord a sud) transitano per i cieli dell’Elba, rifornendosi di cibo e acqua nelle zone umide di Mola, Le Prade, Schiopparello e La Foce prima di continuare il viaggio.. Le ha immortalate Antonello Marchese, guida del parco nazionale. Scrive infatti: «Tra gli avvistamenti più interessanti di questa primavera va ricordato l’ostrichiere o beccaccia di mare (Haematopus ostralegus) che a fine marzo scorso ha frequentato per alcuni giorni il bacino termale di San Giovanni. È stato documentato per circa una settimana prima di riprendere probabilmente il suo viaggio verso nord». Il 3 aprile invece era la volta dei Cavalieri d’Italia (Himantopus himantopus) che hanno sostato alla foce del piccolo corso d’acqua nella baia di Mola. La compagnia di leggiadri trampolieri aveva attirato allora l’attenzione di diversi fotografi che hanno documentato gli animali. Ma l’evento che va ricordato è l’arrivo per il secondo anno consecutivo della gru (Grus grus) e dei fenicotteri (Phoenicopterus roseus) che sono apparsi a San Giovanni a partire dall’11 maggio.
«Dapprima – ha annotato Marchese – è stato avvistato un solo animale per arrivare all’elevato numero di sei esemplari il 18 maggio. Successivamente solo due componenti del nutrito gruppo erano rimasti a cibarsi, con il loro singolare becco, nelle acque basse della vecchia salina, animali che ho documentato ancora il 24 maggio e che successivamente sarebbero partiti verso altri lidi».
San Giovanni, Le Prade, Schiopparello, nell’Elba centrale e Mola, lungo la costa orientale, ecco le zone frequentate dagli uccelli migratori, veri portenti della natura. A queste località occorre aggiungere una piccola area umida che rimane ancora nella piana campese nella zona della Foce. Qui si recano gli amanti dell’avifauna per immortalare il loro passaggio. «La zona umida di San Giovanni – scrive ancora Antonello Marchese – già interessata dalle ex saline portoferraiesi e oggi bacino legato all’omonimo stabilimento termale, è uno specchio acqueo ben conosciuto agli amanti delle passeggiate e delle belle visioni della città medicea, ultimo frammento rimasto delle antiche saline, in gran parte coperte poi dalla loppa prodotta dall’attività siderurgica del XX secolo. L’antica area umida, caratterizzata dai bassi fondali, doveva essere ben nota ai migratori che un tempo frequentavano, ben più numerosi quei vasti luoghi luminosi e ricchi di nutrimento intorno a Portoferraio».
Anche allo Schiopparello, nella «zona delle Prade – continua la guida del parco – esisteva una piccola salina settecentesca, oggi area ricoperta soprattutto dalla palude e delimitata sul mare dalle classiche tamerici. L’area, spesso allagata durante l’inverno e più asciutta nel periodo estivo, è ben conosciuta ai naturalisti poiché ospita specie stanziali e migratrici. Sarebbe opportuno – conclude – limitare il più possibile il disturbo in modo che questi animali possano continuare a sostare da noi nelle pause dei loro incredibili viaggi».