PIOMBINO. La firma sul preliminare d’acquisto della ex Lucchini da parte di Jsw potrebbe arrivare nel corso della prossima settimana, mentre Sajjan Jindal è atteso in Italia per quella successiva al voto delle politiche.
Se la mancata firma sull’intesa – data per scontata giovedì pomeriggio dalle istituzioni presenti al Mise, dal ministro Carlo Calenda al Governatore Enrico Rossi – ha provocato delusione e fatto aumentare la prudenza di tutte le parti in campo, varie fonti fanno intendere che l’affare comunque resta in piedi, anche se i motivi del rallentamento dell’operazione restano legati solo a indiscrezioni.
Per spiegare l’improvisa frenata del gruppo indiano, venerdì Calenda ha sostenuto che Jindal era di ritorno in India dalla Corea del Sud e che doveva riunire il cda prima di firmare, perché Jsw è una società quotata in Borsa.
Altre fonti invece riferiscono come in realtà Jindal abbia delle titubanze, comunque non così importanti da far saltare l’affare.
La cifra per l’acquisto (60 milioni, ma 15 di ritorno da Regione e Governo) non sembra al centro di questi dubbi, quanto invece il problema dei terreni ultimamente oggetto di controlli e sequestri da parte dei carabinieri del nucleo ecologico, ultimo caso quello del ritrovamento di alcuni “siluri” interrati.
Jindal insomma vuol capire meglio qual è la reale situazione e soprattutto chi pagherà le bonifiche. Oltre tutto non ha la fretta di chiudere del Governo (per comprensibili motivi visto che siamo a una settimana dalla elezioni) e del terrritorio, stremato da una crisi lunga sei anni.
Se comunque la prossima settimana arriverà la firma del preliminare e poi si passerà al controllo del bilancio e della situazione societaria, con chiusura delle operazioni prevista entro il mese di marzo, il ministro Calenda è stato chiaro: visto che Aferpi è una società ancora sotto sorveglianza governativa, dovrà essere l’amministrazione straordinaria, e quindi il Governo, a dare il via libera all’operazione, una volta conosciuti piano industriale, investimenti e risvolti occupazionali.