PESCIA. Escono dal carcere il 74enne ex sindaco di Pescia Renzo Giuntoli e l'attuale capo dell’area opere pubbliche e protezione civile dello stesso Comune, Luciano Bianchi , 65 anni. Resta dietro le sbarre a Sollicciano invece Lorenzo Lenzi , 51 anni, fino al 31 dicembre 2020 responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Uzzano.
Sono gli ultimi sviluppi dell'inchiesta della Procura di Pistoia denominata “Coffee break”, che ipotizza un giro di tangenti e un presunto sistema di spartizione degli appalti nei Comuni di Pescia e Uzzano.
Oggetto dell'indagine dei pubblici ministeri Leonardo De Gaudio e Luisa Serranti sono l'assegnazione di lavori “sotto soglia” (inferiori a 40.000 euro) e di somma urgenza tra il 2014 e il 2020.
Dopo aver rilasciato dichiarazioni spontanee ai pm, per Giuntoli e Bianchi la giudice delle indagini preliminari Patrizia Martucci ha deciso l'attenuazione della misura cautelare: dalla custodia in carcere agli arresti domiciliari nella propria abitazione.«Entrambi sono comparsi davanti al sostituto procuratore e hanno risposto a tutte le domande dando la loro versione dei fatti», afferma l'avvocato difensore Giovanni Giovannelli .
Bianchi, che è a un passo dalla pensione, resta sospeso dal servizio fino alla revoca della misura cautelare. Lenzi, invece, che dal 1° gennaio era in servizio al Comune di Ponte Buggianese dopo 26 anni da dipendente a Uzzano, nei giorni scorsi si è dimesso dal posto di lavoro.
I due funzionari pubblici sono accusati di aver intascato mazzette del valore compreso tra il 3 il 5 per cento dell'importo dei lavori pubblici assegnati senza gara d'appalto.
L'ex sindaco Giuntoli, invece, è considerato l'intermediario che ha messo in contatto Bianchi e Lenzi con sei ditte compiacenti alle quali spartire i lavori.
Sotto la lente della Procura ci sono in particolare 14 lavori tra il 2018 e il 2020 per il Comune di Uzzano, e 11 assegnazioni tra il 2019 e il 2020 per il Comune di Pescia. La squadra Mobile di Pistoia, lunedì scorso, ha tradotto in cella anche cinque imprenditori. Tre poi le persone finite agli arresti domiciliari e sei con l'obbligo di dimora nel comune di residenza. Gli indagati sono in tutto 42.
Corruzione, istigazione alla corruzione, turbativa degli incanti, concussione, falso ideologico e frode in commercio i reati ipotizzati.
L'inchiesta – che vede del tutto estranei gli amministratori dei due municipi - è solo all'inizio ma ha già provocato un terremoto in Valdinievole. A Pescia (dove sottoposti a indagine ci sono quattro dipendenti dello stesso ufficio) le opposizioni hanno già presentato una mozione di sfiducia alla giunta, accusata di avere “responsabilità politica verso i fatti emersi”.
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