MONTECATINI. Per la società Terme è stata «una presa di coscienza della situazione», per i sindacati «un protocollo di percorso» e un «accordo quadro». In definitiva (e questo lo aggiungiamo noi) mancava una “pezza d’appoggio” da presentare in Regione per ottenere il finanziamento e pezza d’appoggio fu.
Ieri l’appello del Governatore Enrico Rossi era stato chiaro: per risollevare le sorti dell’azienda ci vogliono sacrifici, da parte dei vertici e da parte dei lavoratori. Così la giunta regionale ha preso ancora qualche giorno prima di deliberare l’aumento di capitale da 6 milioni per le Terme. Nel frattempo ha chiesto un formale impegno per capire se davvero tutti erano disposti ad arrivare a quell’equilibrio di bilancio che per la Regione deve esserci entro il 2014. Così l’amministratore unico delle Terme, Fabrizio Raffaelli, ha convocato d’urgenza i sindacati e, sulla carta, il risultato pare essere stato raggiunto (non è difficile pronosticare che eventuali problemi arriveranno quando si entrerà nello specifico delle azioni da fare e dei sacrifici da compiere).
«Sono soddisfatto – dice Raffaelli – in quanto in 24 ore si sono resi tutti disponibili e i sindacati hanno dimostrato una presa di coscienza della difficile situazione. Si è iniziato a parlare di come incrementare gli introiti e contenere i costi. E i rappresentanti dei lavoratori si sono detti disponibili a prendere in considerazione eventuali contratti di solidarietà, ammortizzatori sociali e prepensionamenti. Abbiamo poi avviato un percorso di condivisione del piano industriale. Ora, con questo documento sottoscritto da tutte le parti e che abbiamo già mandato a Firenze, ritengo che venerdì la Regione abbia gli elementi per deliberare il finanziamento».
Tra i sindacati prevale però la cautela. «È vero che siamo disposti a discutere sulla flessibilità nel lavoro – dice Luisella Brotini, Filcams Cgil – ma la nostra non sarà una cambiale in bianco. Tutto dipenderà dal nuovo piano industriale, che speriamo sia più realistico del precedente…».«Per ora siamo alla dichiarazione d’intenti che serviva come garanzia per la ricapitalizzazione da parte della Regione – spiega Aniello Montuolo, Fisascat Cisl – e lo abbiamo fatto anche per evitare che poi qualcuno potesse dare la colpa ai sindacati, se poi il finanziamento fosse saltato».
«Prima di toccare gli stipendi dei lavoratori, però – avverte Paolo Meacci, Uiltucs Uil – vogliamo vedere il piano industriale e capire come si elimineranno gli sprechi e le troppe consulenze. Poi iniziamo a parlare di ammortizzatori sociali».