CARRARA. Francesco Gabbani non è stato il primo apuano a vincere il Festival di Sanremo. Lo ha preceduto, la bellezza di 37 anni fa, Toto Cutugno, con “Solo Noi”; era l’edizione 1980, presentata da Claudio Cecchetto, coadiuvato da Roberto Benigni ed Olimpia Carlisi.
Toto è originario di Tendola (frazione di Fosdinovo), ha ancora una casa in paese e ben ricorda la sua infanzia, vissuta nelle colline apuane. «Gabbani può far bene anche all'Eurofestival», sottolinea. E lui, che di concerti strapieni all'estero ne ha fatti a bizzeffe, se ne intende. «Subito dopo aver sentito la canzone di Gabbani - ha raccontato - ho voluto condividere sulla mia pagina di Facebook il mio parere positivo su quel brano. Il testo ha dei contenuti molto profondi e significativi, che non si sentono spesso. Credo che Francesco possa percorrere molta strada». Cutugno non ha mancato poi di far notare un paragone speciale, che è più di una consacrazione: «Trovo che Gabbani sia un "Celentanino": è molto umile, si muove bene, ha la faccia simpatica e ha una timbrica di voce particolare. Credo che spopolerebbe anche nei paesi dell'Est, dove Celentano è adorato come nessun altro». Cutugno, per il molleggiato, ha scritto diversi brani e quindi parla a ragion veduta, sottolineando che lo stile di Gabbani potrebbe non avere difficoltà a varcare i confini nazionali, per diventare un sinonimo del Made in Italy. «Sono nato nel '43, durante la guerra - ha ricordato Toto - Di musica ne ho ascoltata tanta, ma uno dei ricordi più forti che ho dell'infanzia, è stato un bombardamento proprio nelle zone apuane. Ero in casa. E quando caddero le bombe, m'infilai in una botte di vino. Dopo il primo panico iniziale i miei pensarono il peggio: non mi trovavano più e solo dopo sentirono "un miagolio" venire da dentro la botte. Si affacciarono e mi trovarono lì, aromatizzato al vino, ma sanissimo. Quelle zone me le porto nel cuore e la canzone "Voglio andare a vivere in campagna" è stata ispirata proprio dalla terra che mi ha visto nascere e crescere», conclude.