CARRARA. «Lo studio Seminara e le opere idrauliche che ne deriveranno non solo non mettono in sicurezza il Carrione, ma rischiano di aggravare i rischi. Il vero problema sono la Strada dei Marmi e il piazzale Citta’ di Massa»..
Lo dice il geologo Riccardo Caniparoli, che boccia senza appello il docente universitario “ingaggiato” dalla Regione per abbattere il rischio idraulico sul torrente cittadino. Le dighe a monte non sono sostenibili perché dovrebbero sorgere in siti che cambiano continuamente morfologia a causa dell’escavazione; il bypass sotto il Monte D’Arma invece potrebbe sovraccaricare eccessivamente il Gragnana mentre abbattere i ponti storici è inutile.
Riccardo Caniparoli, geologo, napoletano di nascita e carrarese di adozione, boccia senza appello lo studio Seminara e gli interventi da esso scaturiti previsti nel Masterplan della Regione Toscana per il Carrione.
Secondo Caniparoli, Seminara non ha individuato le vere cause delle ultime alluvioni che si sono abbattute su Carrara. «Gli eventi che si sono succeduti dal 2003 a oggi sono la risposta della natura agli affronti subiti con interventi incompatibili con l’evoluzione dinamica degli equilibri ambientali» afferma il geologo che punta il dito, in particolare, contro la Strada dei Marmi e il piazzale Città di Massa.Secondo Caniparoli la prima opera, avviata nel 2002 e inaugurata nel 2012, «ha modificato gli assetti delle acque sotterranee facendo sballare gli equilibri del Carrione. Il piazzale città di Massa, spiega il geologo, ha invece pià di una responsabilità: da un lato ostruisce la foce del Carrione e dall’altro, insieme agli argini in cemento, ostacola il processo osmotico tra il fiume sotterraneo e quello superficiale. Il risultato è che da quando queste due opere sono state realizzate, nei primi anni 2000, il nostro territorio è stato flagellato dai problemi idraulici, come dimostra il fenomeno dei “fontanazzi” – ovvero l’emersione di acque sotterranee in superficie, attraverso le zone non cementificate del territorio, come giardini e campi da calcio.
«Le opere in programma con lo studio Seminara, potrebbero esporre la nostra città a rischi ancora più gravi» insiste Caniparoli, spiegando che l’installazione di briglie a monte o l’abbattimento dei ponti storici sono perfettamente inutili.
«Le briglie c’erano anche prima delle ultime alluvioni e quando c’è stato l’evento sono state trascinate a valle e sradicate. Perché allora installarle di nuovo?» si interroga il professionista.
Ancora più perentorio il giudizio sull’intervento sui ponti storici: «E’ una follia abbatterli, perché così si cancella la memoria storica di una città. La soluzione in questo caso è rimuovere le griglie (gli “scalini” che si trovano lungo l’alveo e che formano delle cascatelle artificiali anche nel centro storico) o riattivare le gore per le quali erano state installate» dice Caniparoli citando anche due progetti di Amia per la realizzazione di altrettante centraline idroelettriche, una in centro e una in località Melara, utili a suo parere a migliorare la sicurezza del Carrione.
Il geologo conclude poi con una provocazione: «Sulla base degli studi condotti sull’Arno, Ponte Vecchio non è adeguato…che facciamo abbattiamo anche quello?» chiede Caniparoli rivolgendosi esplicitamente al sindaco di Carrara Angelo Zubbani e al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.
Insomma, un giudizio negativo sullo studio che, secondo le intenzioni della Regione - che nel frattempo ha assorbito anche le competenze della Provincia sul tema - deve invece guidare in maniera organica , nel corso degli anni, man mano che si reperiscono i fondi, i lavori di messa in sicurezza di tutto l’asse del Carrione, da monti a mare.