CARRARA. Carrione, non solo interventi sui ponti: nell’illustrare il suo studio idraulico il professor Seminara ha auspicato anche la realizzazione di invasi per il trattenimento delle acque a monte e la realizzazione di un bypass. Il tutto per alleggerire la portata del torrente in centro città. I primi a partire, già nel 2016, saranno però i lavori nel tratto a valle, con il nuovo argine – da costruire in 10 mesi – e l’adeguamento della sezione del ponte ferroviario alla foce del corso d’acqua.
Tac sul torrente. «Il Carrione non sta bene e per metterlo in sicurezza ci vorrà del tempo. Fino ad allora le criticità dovranno essere gestite dalle operazioni di Protezione Civile»: è il messaggio lanciato da Giovanni Massini, responsabile del Settore suolo della Regione Toscana lunedì sera nel consiglio comunale ospitato da CarraraFiere. Per avere una conferma delle precarie condizioni di salute del corso d’acqua, il dirigente ha ricordato che solo dopo l’alluvione dello scorso anno, sono stati spesi 5 milioni di euro per finanziare 20 interventi di somma urgenza. Un lavoro che è servito a mettere qualche “toppa” nei tratti più a rischio e ha convinto la Regione a mettere a punto uno studio complessivo, «una Tac del Carrione» , l’ha definita.
Di qui l’incarico al professor Giovanni Seminara che, dopo una serie di indagini sul campo, con oltre 1300 prove tra sondaggi e rilievi, ha messo a punto lo studio idraulico che ha ispirato il progetto di rifacimento dell’argine crollato e che guiderà la sistemazione complessiva del torrente, entrambi affidati al professor Giovanni Cardinale e allo studio di ingegneria Gpa. Il nuovo argine è già in fase di appalto: i lavori dovrebbero partire a gennaio e concludersi nel giro di 10 mesi.
Il progetto di sistemazione complessiva del Carrione, invece, sarà compilato di qui a 90 giorni – l’impegno arriva direttamente dalla Regione – e contribuirà ad abbattere il rischio un po’ su tutto il territorio. Impossibile a oggi conoscere con esattezza dove e come si andrà intervenire, anche se nell’illustrare il suo lavoro, Seminara ha anticipato qualche indicazione.Interventi a monte. Pur non avendo ancora effettuato un’analisi complessiva della situazione nei bacini marmiferi dove nasce il Carrione, lo studio del docente genovese auspica la sistemazione della viabilità e la creazione di invasi, tramite l’installazione di sbarramenti fino a un’altezza di 15 metri per il trattenimento delle acque. «Tecnicamente non possono essere chiamate dighe» ha precisato il professore, lasciando intendere però che il concetto dell’intervento è il medesimo. Il luminare ha anche accennato a un “bypass” per deviare almeno in parte l’apporto degli affluenti dal Carrione con una soluzione che, in caso di alluvione, potrebbe alleggerire il torrente di 80 metri cubi al secondo.
Centro Storico. L’effetto del bypass, sommato alla sistemazione (o rimozione) dei ponti in città, all’allargamento del letto in zona Vezzala e al ribassamento dell’alveo, permetterebbe al torrente di sostenere una portata di quasi 200 metri cubi al secondo quella cioè delle piene trentennali.
«Nelle condizioni attuali il vostro torrente non smaltisce più di 90 m³/s» ha sottolineato Seminara precisando che però, il rimodellamento sull’alveo non dovrà superare il metro di altezza. Un dettaglio che spiegala decisione di interrompere i lavori già in corso in centro che prevedevano un ribassamento di 1,60 m su tutta la zona storica.
Zona a valle e foce. Anche per quanto riguarda il tratto a valle di Carrara, Seminara ha insistito sulla necessità di «ridurre il carattere pensile del torrente», abbassando l’altezza dell’alveo e di intervenire sugli attraversamenti: il primo cantiere, in questo caso, partirà nel 2016 per adeguare la sezione del ponte ferroviario alla foce del Carrione. Questo intervento da 2 milioni è già finanziato e insieme alla ricostruzione dell’argine crollato “inaugurerà” la nuova fase di lavori sul torrente.