LUCCA. Cartiera Pieretti, è crack: decretato il fallimento. Dopo che venerdì erano scaduti i termini fissati dal commissario giudiziale Luca Citti per la presentazione di un piano concordatario, lunedì mattina il collegio giudicante del tribunale fallimentare di Lucca ha dichiarato il fallimento della Cartiera Pieretti. L’atto verrà pubblicato e li si scopriranno anche il nome del commercialista incaricato e la data fissata per l’esame dello stato passivo. Il curatore fallimentare è il dottor Luca Citti, che già aveva ricoperto il ruolo commissario giudiziale. Un epilogo doloroso soprattutto per i 21 lavoratori dello stabilimento, che da mesi seguono le trattative per il passaggio di mano dell’azienda e che di certo adesso non passeranno un Natale felice. . Ma ripercorriamo la vicenda dall’inizio. Dopo mesi di difficoltà, a fine estate l’azienda aveva depositato un concordato preventivo in bianco che era stato accettato dal tribunale lo scorso 26 agosto. C’era allegato un contratto d’affitto con una nuova società, la Cama srl. Un accordo che sarebbe dovuto decorrere dal 9 settembre e che stabiliva il passaggio diretto di tutti i rapporti di lavoro, salvo poi prevedere clausole risolutive, tra le quali la mancata riduzione del numero dei lavoratori e delle retribuzioni, da attuarsi tramite accordo sindacale. Ma a quella data non è successo nulla.
Dopo l’incontro con i sindacati dei lavoratori nello studio del commercialista Luca Citti, commissario giudiziale nominato dal giudice delegato Giacomo Lucente, era sorta una malcelata sensazione che l’azienda volesse complicare una procedura di concordato con un affitto di azienda fatto male e senza un progetto industriale serio. Da lì la comunicazione da parte della Cartiera Pieretti che il contratto d’affitto di ramo d’azienda era stato fatto male e che sarebbe stato rescisso per rifarlo tenendo conto delle norme di legge. Nell’affitto di ramo di azienda era inserito, come condizione, il passaggio di solo 14 dipendenti con stipendi da ridurre al minimo. I dipendenti sino a qualche mese fa erano 23 perché molti se n’erano andati. Entro fine novembre era atteso il piano d concordatario nella cancelleria del tribunale, ma quel piano non è mai arrivato.
Nell’ultimo incontro con l’azienda i sindacati e le rsu avevano chiesto il pagamento delle ferie arretrate e garanzie per il futuro dei lavoratori attraverso la presentazione di un piano industriale. Lo stesso sindaco di Capannori Luca Menesini aveva rivolto un appello affinché venisse autorizzato il pagamento dei diritti maturati dai 21 lavoratori, altrimenti obbligati a vivere per mesi senza nessuna entrata. Il bubbone era scoppiato nella scorsa primavera e i sindacati più avevano parlato di una cessione di ramo d’azienda fatta male e senza guardare al futuro. Purtroppo però la vicenda si è conclusa nel peggiore dei modi. —