Il dolore della famiglia Franceschi è chiuso fra quattro mura bianche, nelle stanze buie di via del Chiasso che guardano la casa della tragedia. Le finestre, oscurate, proteggono ma non riescono a trattenere tutto al suo interno. Si sentono le voci, il pianto e la disperazione per la morte di Roberto ma in un attimo si perdono in questa stradina di campagna incastrata fra campi di grano, fieno, e corti silenziose. C’è anche Ilenia, la figlia minore della vittima, “ospite” in quella casa di Lammari a pochi chilometri da Lucca che poi è quella in cui abita la sorella Monia, 45 anni, col marito e un figlio piccolo. È da poco passato mezzogiorno quando un familiare apre la porta, riesce a malapena a pronunciare una frase: «Lasciateci al nostro dolore». Poi l’ingresso della disperazione si richiude.
È Ilenia, 44 anni, a essere accusata di aver ucciso il padre con un coltello da cucina al culmine di una lite. Un’unica ferita, vicino al cuore, che non gli ha lasciato scampo. È morto così Roberto, 70 anni, pensionato, ex idraulico che aveva lavorato alla Cantoni fino a quando sua moglie Marta era stata in salute: poi la malattia che sei anni fa l’aveva resa inferma, bloccata su una sedia a rotelle.
Ma la malattia della moglie di Franceschi, Marta Camilli, 64 anni, aveva cambiato molto la vita di Roberto e di tutta la famiglia. Erano loro a prendersene cura senza l’aiuto di nessun altro. In particolar modo, dal racconto di chi lo conosceva bene, era proprio Roberto ad assistere la moglie 24 ore su 24, dedicandosi completamente a lei. Aveva anche messo da parte la sua passione per la bicicletta e raramente lo si vedeva in paese. «Era sempre con lei - racconta un’abitante di un’altra corte vicina - lo incontravo sempre qui in via del Chiasso con Marta. La portava fuori, all’aria aperta, con la sedia a rotelle. Era una persona buona, perbene. Quello che è successo è davvero una tragedia inspiegabile».
In questo “cumulo” di corti riservate nessuno parla di Ilenia. Forse per pudore, data la situazione. Da qualche mese aveva trovato lavoro in una ditta di pulizie e la sua vita scorreva a fianco a quella dei genitori, sotto lo stesso tetto da 44 anni. Lontana dai social network ma anche dai luoghi di ritrovo del paese. E più ci si allontana dalla corte del dolore più la conoscenza della famiglia si affievolisce. Cancellata da un tempo che sembra coincidere proprio con la malattia di Marta. «Qui al bar ogni tanto viene il genero con il figlio - raccontano dal Gemignani - ma Roberto era da tanto che non lo vedevo. Da quando è stata male la moglie non lo si incontrava più».
Lo stesso vale per il bar e alimentari Masini sul viale Europa. Anche qui Franceschi non veniva più tanto di frequente ed era da diverso tempo che non lo vedevano. Ma fra i paesani c’è anche chi ipotizza che fra padre e figlia ci fossero dei problemi legati ai soldi. Ilenia infatti, stando a quanto raccontano, ha sempre avuto lavori saltuari: prima in un calzaturificio, poi in un benzinaio e ora in un’impresa di pulizie.
La strada a ritroso passa di nuovo da via del Chiasso. Nel primo pomeriggio di ieri la scientifica e i carabinieri sono tornati nella casa di via del Chiasso, 6. Altri rilievi, altri esami: con loro anche l’infermiera del 118 che venerdì sera, per prima, ha soccorso Roberto Franceschi. «Quando l’abbiamo portato sull’ambulanza era ancora vivo - dice - è morto poco dopo». E da quel momento è calato il silenzio.