LIVORNO. Crescono i morti legati al Covid in provincia di Livorno. La maggiorparte sono del capoluogo. Ieri ce ne sono stati altri due, Cristian Bazialli, 44 anni, livornese e Rosario Tarantola, 77 anni, di Collesalvetti.
Il totale dei decessi dal 20 ottobre è arrivato a 53. Quasi la metà dei 116 morti dall’inizio della pandemia sono avvenuti negli ultimi 25 giorni. È una tragedia quotidiana. Il Covid si sta portando via i nostri nonni.
Adesso l’allarme si sposta sulle Terapie Intensive: a Livorno ci sono 14 letti, di cui uno soltanto libero. In tutta l’Asl i posti disponibili sono solamente tre. Significa che già oggi potremmo ritrovarci in gravissima difficoltà. C’è ancora la possibilità di ampliarsi, spiega l’Asl, ma i numeri parlano chiaro. «Abbiamo 60 ricoverati in più rispetto al picco che abbiamo raggiunto nella prima fase della pandemia», ha detto ieri il direttore generale dell’Asl Maria Letizia Casani. Il confronto con marzo è drammatico e racconta di una situazione peggiore alla prima ondata.
Attenzione a un dato: quello dei contagi giornalieri nella città di Livorno. Negli ultimi giorni sono calati notevolmente. Ieri sono stati 57: non erano così bassi dal 20 ottobre. E anche giovedì e mercoledì siamo rimasti sotto quota 100. Ma non è il caso di cantare vittoria e immaginare una diminuzione legata alle misure di distanziamento sociale: una parte del calo potrebbe essere motivata dal fatto che il laboratorio di analisi di Livorno in questi giorni ha dovuto processare migliaia di tamponi provenienti da Lucca (dove per un guasto e per mancanza di reagenti si erano bloccate le attività). Di conseguenza l’analisi dei tamponi dei livornesi potrebbe essere stata in parte rallentata da questo lavoro aggiuntivo svolto dal laboratorio di viale Alfieri.