Genova - Giocarsela al fotofinish, tra speranza e sofferenza. Sapere che, comunque vada, tutto si deciderà all'ultimo triplice fischio della stagione. Serie A o Serie B. Piangere di rabbia o di gioia. Roba da mettere alla prova anche i cuori più forti. Ma quelli dei genoani sono abbastanza allenati. Una stagione rossoblù, per intensità, spesso vale tre stagioni altrove. «In questo campionato ho perso 15 anni di vita», ha ammesso Criscito. Frase detta quando ancora non aveva tirato il rigore da brividi al 90° di Genoa-Cagliari, che la vita, poi, l’ha allungata al Grifone.
Giocarsela fino all'ultimo, per non retrocedere. Per il Genoa non è una novità. Anche se nell'era Preziosi, in serie A, è successo solo una volta, nel 2011-2012. L’ultimo atto fu un Genoa-Palermo giocato a porte chiuse per i fatti di Genoa-Siena. Sette anni fa, però, il Grifone era messo meglio di ora, a più tre sul Lecce terzultimo: a parità di punti l'avrebbero spuntata i salentini per la differenza reti, ma ai rossoblù bastava un pari. Di fatto, però, fu 2-0; gol di Gilardino e Sculli e pericolo scampato.
In generale, contando il 2012, sono 11 i campionati in cui il Grifone nel dopoguerra si è giocato la salvezza in A all'ultima partita. Il bilancio? Sei volte si è salvato, 4 è retrocesso, una, nel 1994-1995, si è guadagnato lo spareggio contro il Padova, battendo il Toro con gol di Skuhravy, sussulto vanificato dalla sfida persa ai rigori a Firenze contro i veneti.
Insomma, il bilancio è positivo. Sono più le volte che il Genoa ne è uscito indenne. Partiamo, però, dai precedenti negativi: 1950-51, Genoa penultimo col Padova, ma perde a Milano con l'Inter (2-5), mentre le dirette concorrenti vincono lasciandolo fanalino di coda; 1964-65, duello da derby con la Samp, il Grifo batte con inutile 4-1 la Fiorentina perché il Doria pareggia con l'Atalanta e termina con un punto sui rossoblù; 1977-78, anche allora scontro diretto a Firenze, il Genoa ha gli stessi punti della Fiorentina ma peggior differenza reti ( per un solo gol), lo 0-0 salva i viola e condanna il Grifo; 1983-84 il Genoa batte 2-1 la Juve all'ultima, agguanta la Lazio che pareggia col Pisa ma i biancocelesti si salvano grazie agli scontri diretti.Per darsi forza, invece, meglio pensare alle volte in cui è andata bene: 1956-1957 (due retrocessioni), il Genoa è penultimo, ma batte il Napoli e scavalca la Triestina che perde lo scontro diretto con l'Atalanta; 1962-63 (tre retrocessioni), Genoa terzultimo a un punto dal Napoli, ma il Grifo batte il Bologna, gli azzurri cadono a Bergamo ed è salvezza; 1981-82, Como già in B, Cagliari e Genoa a 24 punti, Bologna 23, Milan 22, il Grifo pareggia a Napoli col famoso gol del 2-2 di Faccenda da cui nasce il gemellaggio, retrocedono emiliani (ko con l’Ascoli) e rossoneri (vittoria, da due punti, 3-2 a Cesena); 1989-90, tante squadre coinvolte, il Genoa arriva all’ultima con due punti sull’Udinese quartultima e blinda la salvezza battendo 2-0 l’Ascoli con Rotella e Ruotolo; 1992-93 all’ultima giornata, con Ancona e Pescara già in B, 4 squadre in ballo (Genoa 30 punti, Udinese 29, Brescia e Fiorentina 28), i rossoblù trovano in extremis il 2-2 a San Siro col Milan con Andrea Fortunato e restano in A, mentre la Viola retrocede col Brescia che perderà lo spareggio con l’Udinese. E ancora, salvezze all’ultimo atto pure in B, nel 1979 (0-1 a Ferrara con la Spal) e nel 1988 (1-3 a Modena). Sin qui il passato. Ma ora tocca al Genoa del presente, chiamato a scrivere un altro capitolo della sua storia, sperando in un nuovo lieto fine.