MILANO. «Ascolta sindaco... le mascherine quelle azzurre, ne hai rubate un po' di quelle che dovevano andare alla rsa?». E’ un’intercettazione a rivelare quello che accadeva a Opera, comune di 13 mila abitanti alle porte di Milano, tra marzo e aprile 2020, mentre l’Italia era travolta dalla prima ondata di coronavirus e i dispositivi di protezione individuale erano introvabili. A parlare è una dipendente comunale che telefona al sindaco Antonino Nucera, oggi finito agli arresti domiciliari con la compagna Rosaria Gaeta, capo dell’ufficio tecnico del comune, e tre imprenditori locali, accusati a vario titolo di peculato, corruzione, turbata libertà nella scelta del contraente e traffico illecito di rifiuti.
Oltre a favorire le aziende degli imprenditori amici (Giovanni Marino, Giuseppe Corona della Marino costruzioni srl e Rosario Bonina della Veria srl, tutti e tre agli arresti) che in cambio avrebbero ristrutturato l’appartamento della compagna, in quei mesi così difficili, a più riprese, il primo cittadino avrebbe sottratto oltre 2800 mascherine che la protezione civile e la Città metropolitana di Milano avevano destinato agli anziani ospiti della rsa “Anni azzurri Mirasole” della frazione di Noverasco e alla farmacia comunale. Dispositivi che poi, a suo piacimento, Nucera ha tenuto per sé e ha regalato ai “suoi stretti congiunti e conoscenti” a partire dagli anziani genitori della ex moglie. Ma ha anche distribuito “evidentemente a titolo totalmente discrezionale, al personale dipendente del Comune”, come si legge nell’ordine di cattura firmato dal giudice Fabrizio Filice.
Era lui stesso a contrattare le quantità di mascherine che avrebbe trattenuto, nelle numerose telefonate intercettate dai carabinieri del Nucleo investigativo di via della Moscova, diretti dai comandanti Michele Miulli e Antonio Coppola. L’8 aprile 2020, il sindaco di centrodestra, originario di Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria) e fortemente voluto dalla Lega, che ora è stato sospeso dal prefetto, scopre che la protezione civile sta per consegnare 500 mascherine alla rsa. Così prova a trattare col responsabile dell’associazione che non ne vuole sapere: "No, per la rsa sono 500, gli diamo quelle che ci danno non possiamo toglierle a loro, dai...". Allora interpella direttamente il direttore della casa di riposo: “Ma come sei messo a mascherine? Mi aiuti? Ne hai un po' per me?", suscitando l'ironica reazione dell’interlocutore: “No, prima me li dai e poi me li togli?". Nucera insiste, propone di dividere a metà la fornitura. E alla fine ottiene lo “sconsolato” via libera del direttore: "Dai tienile per te, non ti preoccupare". A questo punto, non contento, il sindaco si occupa anche della sua immagine pubblica: "Però io vengo lì che faccio tutta la scena della consegna, hai capito che voglio dire? Con te facciamo due foto... Perché è giusto dai.... che ti do risalto...".
“Ho letto cose assurde, che non c'entrano con la città di Opera”, commenta così le accuse il vice sindaco Ettore Fusco, che aggiunge: “Anche la casa a San Donato, su cui sarebbero stati fatti lavori come tangente, non è di Nucera e non mi risulta che l'architetto del Comune sia la sua compagna”.
(fonte: La Stampa)