GROSSETO. Quel bambino, secondo lui, non avrebbe dovuto nascere. Ma la donna che lo portava in grembo, nonostante la rabbia del marito, quel figlio lo voleva. Non voleva però far sapere a nessuno quello che succedeva quando dietro di lei si chiudeva la porta di casa: le frustate con la cintura dei pantaloni, i calci sulla pancia, dopo che lei le aveva detto di aspettare un figlio.
L’uomo, originario del Bangladesh, 32 anni, sarà processato: il giudice per le indagini preliminari Sergio Compagnucci lo ha rinviato a giudizio. Per quattro volte, la donna si è dovuta rivolgere al pronto soccorso: aveva dolori forti, in qualche caso anche perdite di sangue ma ai sanitari che l’hanno curata non ha mai voluto raccontare che quelle erano le conseguenze delle botte che dal 2011 prendeva dal marito che l’ha picchiata, scaraventandola per terra e sbattendole la testa sul pavimento proprio il giorno in cui lei è tornata a casa comunicandogli di aspettare un figlio da lui.
Per maltrattamenti, è stato condannato dal giudice Giovanni Puliatti a due anni in continuazione con la pena di un anno e sei mesi dell’aprile scorso per stalking nei confronti della stessa vittima, che era la sua ex convivente, un uomo di 37 anni. Il vpo Fidelia Dompetrini, aveva chiesto due anni. L’uomo, difeso dall’avvocato Carlo Valle, l’aveva minacciata anche di morte, facendole il segno di tagliarle il collo.
Quasi sempre mogli, quasi sempre compagne che diventano ex. «Serva, cattiva madre». E ancora: «Vedi di comportarti bene, occhio a come ti muovi strega, tranquilla fece una finaccia», sbattendole la porta della camera del figlioletto su una coscia. L’uomo, difeso da Diego Innocenti, è stato rinviato a giudizio dal gup Sergio Compagnucci. «Chiamate i carabinieri altrimenti faccio una strage»: cambia casa, cambia zona di Grosseto ma non cambia l’antifona. È sempre un ex a parlare così: l’uomo in un’occasione avrebbe tirato così forte i capelli alla donna da provocarle un trauma distorsivo del rachide cervicale. Anche lui, che ha 46 anni ed è difeso dall’avvocato Riccardo Lottini, è stato rinviato a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare Giovanni Muscogiuri.