IL CONVEGNO
Interessante convegno quello organizzato dal Consorzio Tutela Vini di Maremma Toscana in collaborazione con il Consorzio a Tutela del Morellino di Scansano e il Consorzio del Vino Montecucco, che si è tenuto lo scorso venerdì: nella nuova sede di via Giordania, nelle sale dell’ex Grosseto Sviluppo, si è parlato di Pac (la Politica agricola comune) e del futuro del vino italiano.
A fare gli onori di casa il presidente del Consorzio Maremma Toscana Francesco Mazzei e, tra i saluti istituzionali, il presidente di Agivi nonché consigliere e rappresentante di Unione italiana vini, Federico Terenzi. Oltre quaranta i partecipanti, in rappresentanza delle aziende grossetane, con il presidente Mazzei che nel suo intervento, parlando proprio della produzione di vino, ha sottolineato: «Ci sono grandi opportunità per il futuro del vino. Il mondo si muove, ci sono mercati nuovi che compensano il calo dei consumi di quelli consolidati come Italia, Francia e Spagna e noi tutti dobbiamo farci trovare pronti».
Mazzei ha poi fatto il punto sull’andamento e sulle prospettive della Maremma vitivinicola e della sua denominazione principale: «In Maremma abbiamo qualità, entusiasmo e voglia di fare. Oggi parliamo di una produzione di circa 6 milioni di bottiglie nel nostro territorio, e nel breve periodo possiamo raggiungere i dieci milioni di bottiglie, con un prezzo medio in crescita».
Il direttore del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, Luca Pollini, ha invece messo l’accento su alcuni argomenti in discussione nel quadro della riforma della Pac: «L’Italia chiede la revisione all’Europa del sistema delle autorizzazioni agli impianti dei vigneti che fin qui si è dimostrato troppo rigido per la nostra viticoltura, e un’altra parte importante riguarda le misure che dovrebbero cercare di contenere i cambiamenti climatici; tra queste, c’è senz’altro la possibilità della introduzione dei vitigni ibridi – anche per la produzione dei vini Igp e Dop – selezionati proprio in funzione di una maggiore resistenza alle fitopatie ma anche a fenomeni particolari come lo stress idrico. Su questo tema c’è molta discussione, soprattutto in Italia, mentre altri Paesi dell’Unione, come ad esempio Francia e Germania, si sono dimostrati più favorevoli».
Tra i relatori il policy officer (il funzionario amministrativo) dell’Unione italiana vini Nicola Tinelli, che ha focalizzato il suo intervento su quella che sarà la nuova Pac: «Nel 2018 sono partiti gli aggiornamenti e fissato il nuovo budget per il periodo 2012-2017. L’attuale bilancio prevede 365 miliardi di euro, dai 420 milioni fin qui stanziati, con un abbassamento dovuto anche a causa della Brexit. L’Italia nel periodo 2014-2020 ha ricevuto 41 miliardi per la Pac, attestandosi al quarto posto come Paese beneficiario. E sempre per la Pac è previsto un vero e proprio cambiamento, con il nuovo piano strategico nazionale che farà da riferimento per i due fondi agricoli, Feaga e Feasr. Per il comparto vino l’aspetto normativo dovrebbe essere mantenuto. In generale sarà fatta una politica per obiettivi».
Il responsabile per lo sviluppo Enologia della Società Sistemi Spa Massimo Marietta, ha invece fatto il punto sulla digitalizzazione delle aziende: «Le nuove regole come la fatturazione elettronica, hanno introdotto nuovi adempimenti per le aziende, comprese quelle vitivinicole, che possono migliorare e tenere sotto controllo tutte le fasi, dai costi ai benefici, grazie anche alla gestione informatizzata della produzione a seguito dell’introduzione del registro telematico e del documento elettronico».
Il direttore generale della Prevenzione e del contrasto alle frodi agroalimentari dell’Icqrf Oreste Gerini ha invece illustrato ai presenti le disposizioni inserite nel decreto ministeriale dell’agosto 2018 riferite al nuovo piano dei controlli dei vini a etichetta Igp e Dop, prescrizioni che servono anche a combattere le frodi che danneggiano l’intero settore. —
Enrico Giovannelli