grosseto. «Un piccolo passo pe’ l’omo, un grande passo per la Maremma». Bandiera con il grifone ben piantata nel suolo lunare, la didascalia corona lo slogan: “The first man on the Moonne”.
Dopo cinquant’anni dal primo uomo sulla Luna, sul satellite terreste arriva anche il Maremmano. Nel senso della favella parlata dagli autoctoni.
Merito della divertente maglietta che l’Agenzia fotografica Bf di via Vinzaglio a Grosseto ha realizzato, per lo speciale anniversario, nella propria linea di t-shirt che riprendono conosciutissimi slogan e marchi pubblicitari, declinati nella lingua di Maremma.
«Tutto nasce da “A me mi garba!! Piccolo vocabolario maremmano”, un libretto nato circa dieci anni fa», spiega Maurizio Mainetti, titolare col collega Davide Ferrari dell’agenzia, che è anche quella di riferimento del Tirreno su Grosseto. «Chi non è maremmano a volte resta perplesso da certi termini che usiamo nella lingua quotidiana», spiega ancora Maurizio.
Il Maremmano non è un vero e proprio dialetto. Eppure quella parlata nella pianura strappata alla palude è una lingua, se non bagnata, almeno un po’ risciacquata nelle acque… dell’Ombrone. Provare per credere: chiedete a un romano o a un milanese cosa significano “bercio”, “tribbio”, “chiorba”, “brodo”.
Dal libretto – acquistabile all’Agenzia Bf – il Maremmano è finito sulle magliette, accompagnato da una grafica divertentissima che evoca loghi e marche e gioca con assonanze e peculiarità della pronuncia maremmana. È così che Google diventa “Goosto”, la Bic diventa “bercio”, una famosa marca di dadi diventa “Oh brodo Knorr”. Le più vendute sono le t-shirt con le infradito “Maremmanas” sulla scia delle “Hawaianas”. La “special edition” di questi giorni resta però la maglietta lunare, dove l’inglese “moon” subisce quello che in fonetica si chiama anaptissi e che, più prosaicamente, in Maremma, specialmente per le persone più anziane, è una sorta di stampella fonetica per un suono altrimenti poco familiare. –F.F.