EMPOLI. Qualcosa si muove intorno alla vicenda di Andrea Ferrara, il quarantottenne originario di Empoli che lo scorso novembre ha subito il sequestro preventivo di tutti i suoi beni, con l'accusa di aver truffato l'Inps (l’Istituto nazionale di previdenza sociale) fingendosi un falso invalido, e dunque percependo indebitamente l’assegno mensile.
Tra poco più di due settimane, il 2 febbraio prossimo, si terrà davanti al giudice per le indagini preliminari di Firenze, Agnese Di Girolamo, l'udienza per il conferimento dell'incarico ai medici che effettueranno la perizia volta a stabilire le sue effettive condizioni fisiche. Per capire se sia o meno invalido, in sostanza. I risultati saranno poi discussi dalla difesa di Ferrara e dall'accusa in sede di incidente probatorio, atto irripetibile. Il gip ha deciso di nominare due neurochirurghi di Modena: saranno loro a condurre la perizia. Il caso dunque si riapre.
La scelta del giudice di non ricorrere a professionisti locali è dettata dalla necessità di evitare potenziali conflitti di interesse con i colleghi della commissione medica di Firenze, che negli anni hanno vagliato la situazione di Ferrara. «Quello che ci manca - spiega in proposito il difensore di Ferrara, avvocato Valentina Bertini - è un consulente di parte che sia in grado di fare chiarezza su tutte le patologie di cui soffre il signor Ferrara».
Insomma, anche se si confida che i periti nominati dal giudice possano porre fine all'incubo che sta passando il quarantottenne, che si è ritrovato senza sostentamento economico da un giorno all'altro, è innegabile che l'affiancamento di un consulente di parte potrebbe agevolare il lavoro dei periti incaricati dal gip, aiutando a fare luce sulle gravi patologie di cui soffre Ferrara. Al momento però la nomina di un consulente, come richiesto dall’avvocato difensore, appare molto difficile.
Proprio perché i suoi beni sono stati posti sotto sequestro nell'ambito delle attività di indagine, il signor Ferrara infatti non avrebbe le disponibilità economiche per affrontare i costi di una consulenza. L'accusa che gli viene mossa dagli inquirenti fiorentini, che gli contestano di aver percepito indebitamene oltre 114.000 euro fin dal 2012, è quella di aver indotto in errore i medici che lo hanno visitato nel corso del tempo: sfruttando il fatto di soffrire di una patologia potenzialmente suscettibile di determinare incapacità motoria, è l'ipotesi dell'accusa, l'uomo avrebbe finto di non poter camminare di fronte all’esame degli specialisti. In effetti Ferrata nel corso delle indagini è stato visto deambulare.
Quello che però gli investigatori non avrebbero preso in considerazione, è che si tratterebbe di situazioni eccezionali (ovvero la possibilità di camminare) rese possibili dalla pesanti terapie a cui l’uomo si sottopone, circostanze insomma saltuarie che non modificano in alcun modo l'estrema gravità della sua condizione fisica. In effetti, grazie ad iniezioni di morfina e all’utilizzo di cannabis terapeutica, che prende sotto prescrizione medica per alleviare le sofferenze che patisce a causa delle sue patologie, a volte Ferrara è riuscito a vincere i dolori, alzarsi dalla sedia a rotelle sulla quale è costretto e avviarsi a camminare.
Ma - è la tesi della difesa del quarantottenne - si tratta di casi straordinari e legati appunto all'assunzione di massicce dosi di antidolorifici, sostanze che fanno parte del suo percorso di cura, per alleviare le sofferenze patite.
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