
PISA. «Ero in cucina, lo stavo allattando con il biberon. Poi ho fatto un movimento brusco e mi è scivolato dalle braccia». Daniele Di Stefano – psichiatra pisano in servizio all’ospedale di Empoli – racconta il dramma del figlio di due mesi, Gerardo Maria, morto domenica mattina alle 6.30 nel reparto di neonatologia dell’ospedale di Cisanello. Il piccolo, nato a marzo, non ce l’ha fatta. È stato trasportato con un’ambulanza del 118 al pronto soccorso subito dopo la caduta, sabato sera verso le 23. Meno di otto ore dopo era morto. Caduta accidentale: la procura della Repubblica di Pisa è indirizzata a classificare come “incidente domestico” la tragedia che ha colpito la famiglia Di Stefano, anche sulla base delle indagini della polizia.
Gli agenti della squadra mobile della questura di Pisa hanno parlato con tutti i medici che hanno visitato il neonato, sia in pronto soccorso, sia in neonatologia; poi hanno sentito il babbo Daniele e quindi la mamma Silvia Salerno, infermiera proprio a Cisanello, attualmente in congedo per maternità per il parto gemellare di marzo.
Gerardo Maria, infatti, è nato prematuro durante un parto gemellare. Con il fratellino e la sorella più grande era l’amore di babbo e mamma, 41 anni e originaria di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno. «Ora vivremo per gli altri figli», commenta il padre, 43 anni, chiaramente sotto choc il giorno dopo la tragedia.
Di Stefano – pendolare fra Pisa ed Empoli, dove lavora come internista all’ospedale San Giuseppe – è un medico stimato da tutti e abita con la famiglia in via Nicola Pisano, a Pisa, vicino al Santa Chiara. Originario della Sicilia, ma nato in Toscana, proprio a Pisa, ha subito lutti terribili negli ultimi mesi. Il destino sembra essersi accanito in particolare su di lui e anche sul padre Franco Di Stefano, docente dell’università di Pisa in pensione: entrambi vivono la seconda tragedia in appena tre mesi. La mamma di Daniele, già docente universitaria, separata dal marito Franco, ha perso la vita a 69 anni nella notte fra l’11 e il 12 febbraio 2018 dopo un incidente stradale sulla via Calcesana, a Colignola, nel comune di San Giuliano Terme. Si chiamava Simonetta Zanoboni e viveva nel quartiere di Porta a Lucca.
Quella notte, mentre tornava a casa dopo una cena fra amici, ha avuto un malore alla guida della sua auto, una Fiat Punto a metano, che ha sbattuto contro un albero e si è incendiata. Uscita cosciente dall’abitacolo grazie all’aiuto di alcuni passanti, ha anche parlato con loro e con le forze dell’ordine sopraggiunte sul posto, poi all’improvviso ha perso conoscenza ed è morta nel tragitto verso l’ospedale a bordo di un’ambulanza del 118.
Domenica – fatalità nello stesso giorno della precedente tragedia – un altro dramma ha colpito la famiglia Di Stefano. Una famiglia amata e benvoluta da tutti a Pisa e molto conosciuta in città, visto che i genitori di Daniele erano docenti universitari. «Che cosa può essere successo? Non lo so, non so se abbia avuto un problema intracranico», ricostruisce il padre che, contattato dal Tirreno, non pensa che da parte dei suoi colleghi di Cisanello ci siano state imperizie o che qualcuno di loro abbia sottovalutato l’accaduto.
Secondo le procedure sanitarie il piccolo è stato trasportato all’ospedale più vicino rispetto al luogo in cui si trovava, quello di Cisanello, da un’ambulanza con il medico a bordo. All’inizio – stando a fonti sanitarie – la situazione non sembrava grave. Di lì a poco, però, tutto è precipitato. Si è pensato anche al trasporto al centro pediatrico Meyer di Firenze con l’elisoccorso – non avvenuto subito, appunto, proprio perché inizialmente la situazione non sembrava grave – ma purtroppo non c’è stato tempo. Il piccolo, prima, doveva essere stabilizzato. Ma è morto. Gettando nello sconforto un’intera comunità. E straziando una famiglia, già segnata da un lutto profondo.
Comunque ora spetta alla procura,