
CASCINA. Poco più di 45mila abitanti, già patria del mobile di qualità prima che la globalizzazione uccidesse il settore, ex roccaforte comunista dove il Pci vantava percentuali bulgare e dove ora il primo partito è il Movimento Cinque Stelle, all’alba della Terza Repubblica Cascina può vantare un record storico grazie alla Lega che nel 2016 ha conquistato il Comune: la più alta concentrazione di parlamentari dello stesso partito. Due deputati e una senatrice: Edoardo Ziello, Donatella Legnaioli e Rosellina Sbrana, salviniani di ferro. I primi due sono assessori della giunta Ceccardi, la terza, quella che ha battuto l’ex ministra Pd Valeria Fedeli, è consigliera comunale.
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E se era chiaro da tempo che il giovane e rampante Ziello, 26 anni da compiere, laureato in giurisprudenza, puntasse a fare il grande balzo («Ho vinto seguendo le orme di Trump») accreditandosi come astro nascente del firmamento verde, per Legnaioli, 58 anni, impiegata, e Sbrana, 55 anni, veterinaria, il discorso è diverso, perché non credevano di finire in Parlamento. Sbrana l’ha detto lunedì: «Non me l’aspettavo». E Legnaioli ieri: «Elezione inaspettata, ma graditissima, soprattutto perché abbiamo sconfitto Fedeli».
«Le cose inaspettate sono le più belle», osserva la sindaca Susanna Ceccardi che ha il merito – riconosciutole dal leader Matteo Salvini in un dialogo con Il Tirreno – d’aver costruito questa squadra che ha fatto faville.
Certo, si vive pure di luce riflessa e, dicono i maligni, la Lega si sarebbe affermata anche se sulla scheda ci fossero stati altri nomi, però è innegabile che il lavoro del team Ceccardi sul territorio, l’ascolto delle esigenze della popolazione, le parole d’ordine “prima gli italiani” declinate in “prima i cascinesi” da Ziello, assessore al welfare, abbiano dato frutti. Né ha avuto conseguenze il fatto che prima del voto, da sinistra, sia stato detto e ripetuto che i leghisti parlano alla “pancia” e non alla “testa” degli elettori. «I bisogni della gente stanno nella pancia», nota un avversario giurato della Lega, Giovanni Greco, di Liberi e Uguali, ex assessore a Cascina.
Già, i bisogni. È anche sulla promessa di dare risposte alle fasce più deboli della società, quelle che la sinistra non agguanta più, che il centrodestra vince nella Toscana post comunista. Successo impensabile fino a pochi anni fa. E che ora va gestito.
In prospettiva, nella Lega cascinese, molto ruota intorno all’equilibrio che si andrà a creare tra la sindaca, finora leader indiscussa, e i tre neo parlamentari. La squadra è sempre stata forte, ma ora i ruoli cambiano e potrebbero modificarsi – a pensar male – anche i rapporti di forza.
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Detto ciò, la corsa della “leonessa” di Salvini non sembra destinata a fermarsi a Cascina. L’altro giorno, facendo un po’ di ipotesi, Il Tirreno ha chiesto al leader leghista: nel caso di un governo con lei premier potrà esserci un incarico per Ceccardi?
«Io non faccio nomi – ha risposto Salvini – ma Susanna ha rinunciato a candidarsi al Parlamento perché per lei governare la sua città viene prima di tutto. Di questo ho buona memoria».
Insomma, Ceccardi ha saltato un giro, ma il prossimo potrà essere il suo. Dove la porterà non è dato sapere, ma guardando al futuro c’è chi fa notare che nel 2020 si voterà per la Regione e la “leonessa” potrebbe essere la candidata ideale alla presidenza, per di più a un solo anno dalla fine del mandato da sindaco. Una prospettiva che fa dire alla stessa Ceccardi: «Sarei molto stimolata e lusingata se ci fosse una richiesta da tutti i partiti della coalizione. Se mi chiedono di fare un passo avanti per la Regione lo farò come l'ho fatto per Cascina e differentemente dal Parlamento credo che i cascinesi capirebbero perché un sindaco può fare tanto, ma un presidente di Regione cambierebbe in meglio il tenore di vita per i cittadini toscani, anche per quelli di Cascina».
Intanto a Cascina tra la gente sembra non esserci ancora la giusta consapevolezza di vivere nel comune con il record di parlamentari leghisti, una presenza che si traduce in un filo diretto con Roma. Invece è chiaro a tutti che la storia è cambiata. «Un disastro», commenta Moreno Franceschini, già sindaco Ds.
Ieri Ceccardi ha scritto su Facebook: «Ci sono quelli che ti dicono: perché non ti sei candidata tu per il Parlamento? Te lo meritavi, sei brava. Perché sei rimasta a fare il sindaco di Cascina? Forse non avete capito che io sono molto più ambiziosa di quello che potete pensare. Io non voglio fare la parlamentare, io voglio cambiare la storia. Modestamente, ci stiamo riuscendo».