
LIVORNO. «Io voglio soltanto lavorare». «No, noi qui il cemento non lo vogliamo, non lo vuole la cittadinanza». L’operaio prova ad entrare, i contestatori lo fermano. La scena si ripete più e più volte nella mattina del 9 marzo nei giardini di via Goito, dove le ruspe della ditta Clc erano pronti a dare il via ai lavori seguendo il progetto presentato in Comune, che prevede l’uso di quei sei ettari accanto a Villa Chayes in edilizia privata per il 20 per cento e il restante 80 in servizi. «Cioè in parcheggi e altro cemento» dicono dal collettivo degli Orti.
Sono loro ad occuparsi di quel terreno ormai dall’ottobre del 2013, preso in cura dopo vent’anni di abbandono, ripulito (sotto ai rovi è stato trovato di tutto nel tempo, lavatrici rugginose comprese) e allestito per farne un’area verde, con tanto di orti e frutteti. «Ci sono cento orti, uno adottato da una famiglia» spiegano. La ditta però ha un progetto depositato in comune, su cui l’amministratore – spiega Marco Bruciata, consigliere comunale di Buongiorno Livorno, presente al picchetto – ha dato un’accettazione previa parere degli uffici. «Parere che ancora non c’è, nessuno la ha visto» spiega lo stesso Bruciati.
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