GROSSETO. Oltre 600 pastori e allevatori provenienti da tutta Italia e non solo dalla Toscana (il numero è riportato dall'Ansa) si sono presentati martedì 12 febbraio a metà mattina a Grosseto in piazza Barsanti per solidarizzare con i colleghi sardi. "Armati" di bidoni di latte, hanno gettato il contenuto a terra protestando contro il prezzo del latte allo slogan "Mai più sotto un euro più Iva".
Giovedì 14 febbraio sarà in programma un'altra manifestazione, sempre a Grosseto, questa volta in centro e centro storico. Gli allevatori si troveranno al parcheggio degli Arcieri e poi per via Porciatti e via Fallaci, scortati dalle forze dell’ordine, arriveranno in piazza della Vasca, spiegando con il megafono i motivi della loro protesta.
Il tam tam è cominciato alcuni giorni fa su Facebook, dove gli allevatori si sono organizzati per portare a Grosseto la loro protesta. A Grosseto sono arrivati da mezz'Italia: dal Lazio, dalla Valdicecina, dalla zona dell'Amiata ma anche dall'Umbria e dalla Basilicata. Allevatori, famiglie, bambini. Tutti insieme per rivendicare il diritto al lavoro, che per gli allevatori è vita. "Non possiamo permetterci la concorrenza del prodotto che arriva dall'estero - dicono - perché questo sancisce la nostra morte, la fine della nostra dignità e soprattutto non garantisce la qualità del prodotto che finisce sul mercato. Manca la tracciabilità, che dovrebbe essere pretesa anche dai consumatori. Il nostro è un settore che ha un filo diretto proprio con chi poi acquista i prodotti caseari e la nostra battaglia è anche una battaglia a favore dei clienti finali".
La protesta degli allevatori non si fermerà finché il governo non darà risposte chiare. "Gli imprenditori acquistano il latte all'estero mettendoci in ginocchio - aggiungono - Siamo vicini ai nostro colleghi sardi e abbiamo deciso di sposare questa battaglia perché riguarda tutto il comparto".